Non sei ciò che scegli, ma ciò che frequenti

Non sei ciò che scegli, ma ciò che frequenti

Gratteri lo mostra nelle mafie, ma vale per il Bar, per la Chiesa e per i social: l’ambiente decide chi sei.

Immagina di stare seduto al bar sport del tuo quartiere. Entri solo per un caffè, ma dopo settimane passate lì, ad ascoltare sempre le stesse frasi, le stesse battute, i soliti discorsi da “sapientoni”, ti accorgi che le ripeti pure tu. Senza accorgertene, sei diventato eco di quell’ambiente.
Uno dei pentiti di mafia lo disse chiaro: “Dopo mesi a vivere come loro, al bar con loro, cominci a pensare con le loro stesse logiche. Il rischio è perdere la bussola morale.”

È questa la verità che accomuna mondi apparentemente diversi: le cosche mafiose, la Chiesa, i partiti politici, perfino i social network. Non servono le pistole né i sermoni infuocati: basta la ripetizione quotidiana, la frequentazione, il branco. Alla lunga, l’ambiente diventa più forte della tua identità.
Come racconta Nicola Gratteri in Storia segreta della 'ndrangheta, il potere criminale non cresce mai per caso: è l’ambiente che educa, plasma, crea un pensiero unico e lo trasforma in destino.

Lo confermano i collaboratori di giustizia: per anni hanno creduto nella mafia come fosse una religione. Poi, quando i corleonesi hanno sterminato figli, fratelli e amici, si sono accorti che quella “madre” era solo una matrigna crudele. E in quel vuoto qualcuno ha saputo inserirsi, offrendo una nuova appartenenza: “La tua fede è stata tradita, ora puoi servire una verità più grande.”

Ma quante volte questo non succede solo ai mafiosi?
Chi cresce nella Chiesa sente la stessa dinamica: ti infilano da bambino l’idea che sei peccatore, che senza quell’istituzione sei perduto. Così arrivi ad amare chi ti tiene in catene. Gratteri e Nicaso lo hanno raccontato in Acqua santissima. La Chiesa e la 'ndrangheta: il silenzio religioso che diventa complicità, i riti che si confondono con i sacramenti, l’oppressione che si maschera da devozione.

E lo stesso meccanismo scatta nei partiti politici, nelle tifoserie, nei salotti di potere: più stai dentro, più ti convinci che quello è il tuo mondo, anche se ti sfrutta. In Padrini e padroni. Come la 'ndrangheta è diventata classe dirigente, Gratteri mostra come i clan abbiano imparato a frequentare gli ambienti dell’economia, della finanza, della politica: non più solo armi, ma tavoli e consigli d’amministrazione. È sempre la forza dell’ambiente che ti ruba bussola e pensiero critico.

Oggi i social sono il nuovo bar sport globale. Le stesse facce, le stesse frasi, gli stessi rituali: se resti troppo tempo immerso lì, pensi che il mondo sia davvero come quella bolla. È il nuovo ambiente che ti ruba identità e ti fa difendere persino chi ti usa. Non a caso, in Una cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere, Gratteri racconta proprio come le mafie abbiano imparato a infiltrarsi nei luoghi dove l’ambiente conta più della sostanza: basta esserci, far parte, e la mente collettiva farà il resto.

Dal bar sport ai clan, dalla Chiesa ai social: l’ambiente decide chi sei, fino a farti amare chi ti opprime.

Alla fine, la lezione è semplice e feroce: non siamo solo ciò che scegliamo, ma soprattutto ciò che frequentiamo. L’ambiente ti cambia senza che tu te ne accorga. Può darti forza o può ridurti a eco. E se non te ne accorgi in tempo, difenderai persino chi ti opprime, come l’infiltrato che si affeziona al clan, o il credente che difende il dogma che lo incatena.

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