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Chi è Più Ingenuo: la Donna che Provoca o l’Uomo Che ci Casca?”

Uomo o Bancomat?

Perché tante donne dicono “Io cerco un uomo che mi paga tutto”?

Un esperimento sociale più che un bisogno reale

È davvero una richiesta… o un test?

Quando una donna, magari già fidanzata con il barista o il dj, spara la frase “io cerco un uomo che mi paga tutto”, bisogna chiedersi:
sta davvero cercando un benefattore o sta mettendo alla prova chi ha davanti?

Dal punto di vista antropologico – sì, parliamo di scienza sociale, non di chiacchiere da bar – questa battuta non è quasi mai un programma di vita. È un trigger, un grilletto, che serve a testare il contesto.
Chi reagisce indignato (“io con una così mi alzo e me ne vado”) cade nella trappola del moralismo.
Chi invece ride, scherza e ribalta la frase… dimostra valore sociale.

Perché gli uomini moralisti si alzano e se ne vanno?

La reazione del moralista è interessante. Quando dice:

“Io con una che parla così mi alzo e vado via.”

non sta proteggendo un principio etico: sta difendendo se stesso.
È il meccanismo psicologico di chi sente minacciato il proprio ruolo di “maschio serio”, e quindi reagisce con fuga o giudizio.
Il paradosso? Crede di mostrarsi superiore, ma in realtà ha già perso il frame.

Cosa significa “mantenere il frame”?

Nel linguaggio della comunicazione, il frame è la cornice del discorso: chi la controlla decide il gioco.
Quando una donna butta lì la frase provocatoria, non importa che sia vera o falsa: importa vedere chi accetta il suo frame e chi lo ribalta.
Se tu ti senti toccato, se inizi a difenderti, sei già dentro la sua cornice.
Se invece giochi, ridi e rilanci, sei tu a costruire la nuova cornice, e quindi domini la situazione.

Perché è una schermata di scherma sociale?

Pensiamola come una partita di scherma.

  • Lei ti lancia una stoccata: “io voglio un uomo che mi paga tutto.”

  • Il moralista si scopre e arretra: “vergognati, io me ne vado.”

  • L’ingenuo apre il portafoglio e cade: “davvero? ti pago io la bottiglia.”

  • L’uomo che domina il gioco… para, sorride e ribalta:
    “Ah, quindi non cerchi un fidanzato, cerchi un abbonamento premium.”

Il colpo è elegante, rapido, e soprattutto non giudicante. È pura intelligenza sociale.

È questione di soldi o di psicologia?

Qui entra la parte scientifica.
Gli studi di psicologia sociale ci dicono che in contesti pubblici – bar, discoteche, tavolate – le persone non cercano solo vantaggi materiali. Cercano status.
La frase “io cerco un uomo che mi paga tutto” è uno strumento di status: serve a vedere chi è fragile, chi è ingenuo, chi è moralista e chi invece sa stare al gioco senza perdere terreno.

Perché funziona ridere e ribaltare?

Perché la risata è un segnale di non minaccia.
Chi ride mostra di non essere toccato.
Chi ribalta in modo ironico mostra di avere creatività.
E chi mantiene il controllo della cornice dimostra di avere status superiore senza bisogno di alzare la voce.

Quali battute funzionano davvero?

Ecco alcuni esempi di schermate eleganti che non ti incastrano nel ruolo del pollo né in quello del moralista:

  • “Ah, quindi non cerchi un uomo… cerchi un piano di rateizzazione.”

  • “Perfetto, ti serve un commercialista più che un fidanzato.”

  • “Interessante: quindi il vero business non sono i vestiti, ma l’uomo-sponsor.”

  • “Ok, allora dimmi: il barista è il fidanzato e io dovrei essere il finanziatore?”

Sono battute brevi, eleganti, colpi di scherma sociale che ribaltano il frame.

Ma non è un po’ cinico?

No, è realismo.
Molte donne che usano questa battuta non vogliono davvero “il milionario”: hanno già il ragazzo senza soldi, magari proprio in quel locale. Ma sanno che la frase funziona come test, come provocazione.
La scienza sociale ci insegna che in questi contesti non contano i soldi, ma la reazione.
E chi si offende, ha perso.

E davanti agli amici moralisti?

Ancora più interessante.
Quando sei al tavolo e parte la battuta, c’è sempre l’amico che dice:

“Io con una così mi alzo e me ne vado.”

In realtà sta facendo quello che in antropologia chiamiamo segnale di virtù: mostrare agli altri che lui è il “puro”, quello che non si abbassa.
Ma mentre lui si auto-incorona, tu puoi restare sorridente e buttare lì la battuta:
“Tranquillo, alzati pure: così la sedia la occupo io.”
E la sala ride. Frame vinto.

Qual è la vera morale?

La vera morale è che non c’è morale.
Non si tratta di decidere se sia giusto o sbagliato chiedere che qualcuno ti paghi le cose.
Si tratta di capire che quelle frasi sono giocate sociali: piccoli esperimenti per vedere chi ha intelligenza sociale e chi no.
E chi sa ribaltare senza offendere, senza cadere, senza moralizzare… è quello che vince il gioco della presenza.

Quindi cosa ci insegna tutto questo?

Che la prossima volta che senti la frase:
“Io cerco un uomo che mi paga tutto”,
non serve né indignarsi né aprire il portafoglio.

Basta sorridere, usare una schermata elegante, e ricordarsi che il vero valore non sta nel pagare la bottiglia, ma nel saper dominare la cornice.

Rifletti

Il linguaggio è un campo di battaglia sociale.
Ogni frase-provocazione è una stoccata.
Chi si offende cade, chi moralizza perde, chi paga si svende.
Solo chi gioca e ribalta vince.
E come direbbe un bravo storico, questo non è un dettaglio di costume, ma una legge universale delle relazioni umane: chi controlla la cornice, controlla la storia.

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