Il Risveglio di Yanez
Quando la fede crolla, nasce la volontà
“Ho perso la fede quando ho invocato Dio e lui non mi ha risposto.
È stato così che ho capito: Dio ci ha abbandonati. Andiamo.”
— Yanez, Sandokan (2025)
Nella nuova serie RAI Sandokan (2025), la figura di Yanez de Gomera viene reinterpretata come un ex prete cattolico che abbandona la fede monoteista dopo aver compreso il silenzio del suo Dio. È il momento in cui la religione imposta si dissolve, e nasce l’uomo libero.
Yanez non è più soltanto l’amico lucido e ironico di Sandokan: è un uomo che ha attraversato la notte della fede. Un ex prete che, ferito e tradito nel corpo e nell’anima, comprende che la voce del suo Dio è solo eco del potere. Nel momento in cui implora aiuto e non riceve risposta, la sua preghiera si trasforma in risveglio. Scopre che nessun dio salva: è l’uomo che, scegliendo, si redime da sé.
Dalla sottomissione alla volontà
Quello di Yanez è un viaggio che molti chiamerebbero “perdita”, ma che in realtà è nascita. È il passaggio dal chiedere al decidere, dal credere al volere. La fede cade come un’armatura inutile, e al suo posto nasce un principio interiore: la responsabilità. Non crede più nel potere di chi comanda, ma nel potere di chi sceglie. E quando incontra Sandokan, riconosce in lui il volto della libertà che ha sempre cercato.
La sua è una rottura con il pensiero monoteista, che pretende obbedienza e promessa di salvezza. Yanez sceglie invece la via pagana dell’esperienza: quella in cui la divinità non è un’autorità da servire, ma una forza da incarnare. È un’opzione paganamente seducente: il passaggio dal “credere in un Dio” al “diventare parte del mondo”.
L’incontro con Sandokan
A Singapore, Yanez osserva un uomo combattere nei bordelli per sopravvivere.
Non lo giudica, lo studia. Riconosce in lui la scintilla che lui stesso ha appena ritrovato: la forza di chi non si piega, di chi si ribella alla paura. “È un po’ che ti seguo,” gli dice, “e un uomo con le tue qualità non è facile da trovare.” Non lo sceglie come sottoposto, ma come fratello. Sta radunando uomini di forza e intelligenza, “gentiluomini di fortuna”, non schiavi né eroi, ma esseri umani capaci di trasformare la loro ferita in destino.
La Fratellanza dei Liberi
È in questo gesto che Yanez rinasce davvero: non come predicatore, ma come costruttore di coscienze. Riconosce che la vera fede non guarda al cielo, ma nasce dalla terra — dal coraggio di chi osa vivere. La sua nuova “messa” si celebra in mare, tra uomini che non si inginocchiano, ma si guardano negli occhi. Il suo “credo” è diventato un verbo: agire.
Dal prete al pirata
Yanez abbandona la tonaca, ma non per rinnegare Dio: per rinnegare l’idea di un dio che chiede obbedienza. Nel mondo dei pirati, scopre una religione più antica e più vera: quella della volontà. Una spiritualità paganamente seducente, in cui ogni decisione è una preghiera incarnata, ogni azione è una dichiarazione di libertà. Nel corpo e nella scelta, Yanez ritrova il sacro — non come promessa, ma come presenza.
“L’uomo libero non prega.
Agisce, e nel suo atto si riconosce parte del mondo.”
Il coraggio di essere liberi
Il cammino di Yanez non è soltanto una storia di avventura: è un atto di ribellione contro ogni dogma. Nel momento in cui rinuncia al suo Dio, Yanez non perde qualcosa — ritrova se stesso. La sua libertà non è una fuga, ma una costruzione.
E in questo gesto vive lo spirito stesso di Controbattere – Oltre il Pensare, il luogo dove la libertà non è parola ma presenza, dove filosofia, arte e vita si fondono per restituire all’essere umano la sua forza originaria: scegliere, agire, essere.
In un tempo in cui molti parlano di libertà ma pochi la incarnano, Controbattere – Oltre il Pensare è oggi una delle voci più chiare e radicali nel ricordare che la libertà non si predica, si dimostra. Proprio come Yanez, che ha avuto il coraggio di perdere la fede per ritrovare la propria e non altrui volontà.
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