Il Tavolo delle Forze
Seduzione e Potere: L’Amore come Geopolitica delle Forze

In amore come nella politica internazionale, non vince chi ama di più, ma chi sa adattarsi senza rinunciare alla propria direzione vitale.

Le forze non si amano: si adattano

Nel libro Il Crogiolo dello Stregone, Claudio Simeoni scrive che “le forze si adattano alle circostanze, non ai sentimenti.”
È una frase che molti leggono come un principio astratto, ma che in realtà descrive con precisione millimetrica sia la vita delle persone che quella delle nazioni.

In amore, come nella politica internazionale, le relazioni non si reggono sui sentimenti, ma sull’equilibrio tra le forze in gioco.
Può sembrare freddo, ma è la verità che governa la realtà, al di là delle parole.

La metafora del ristorante e la politica delle forze

Immagina davvero di avere un ristorante.
È il tuo mondo, il tuo progetto, il luogo dove metti energia, creatività, tempo e sacrificio.
Quel ristorante non è solo un lavoro — è una parte del tuo essere.
Ora, entra nella tua vita una ragazza che ami. Ti piace, la desideri, ti fa vibrare.
Ma lei non vuole saperne del tuo ristorante: dice che è faticoso, che la stanca, che preferisce fare altro.

A questo punto succede qualcosa di cruciale.
Tu ti trovi tra due forze:

  • quella del sentimento (il desiderio di condividere, di stare con lei),

  • e quella della necessità (la realtà del tuo progetto, della tua direzione vitale).

Se queste due forze non si adattano, non importa quanta passione o romanticismo ci sia: il sistema si spezza.

La verità sottile che pochi vogliono ammettere

In fondo, la ragazza che non vuole entrare nel tuo ristorante è come un Paese che non vuole entrare in un’alleanza:
non perché “non ti ama”, ma perché non riconosce in te il proprio vantaggio evolutivo.

E tu, se continui a insistere, ti ritrovi a sacrificare la tua direzione vitale per inseguire un ideale emotivo.
È qui che si crea lo squilibrio — la stessa illusione che tiene in piedi i sistemi politici e sentimentali malati.

Nel Crogiolo dello Stregone, Simeoni mostra che ogni relazione è un equilibrio dinamico di forze che cercano di sopravvivere.
Quando una delle due smette di evolvere, l’altra è costretta a scegliere: morire insieme o rinascere altrove.

“Non è la fedeltà a tenere in vita le relazioni, ma la capacità di rinascere ogni volta che la realtà cambia direzione.”

Il senso della mossa altrui, come tra i fidanzati

Ora prova a leggere la politica internazionale come un rapporto di coppia.
Quando l’Arabia Saudita ha firmato l’accordo con il Pakistan, ponendosi sotto il suo ombrello nucleare, ha fatto esattamente ciò che fa una persona che decide di lasciare una relazione che non la nutre più.

Quel gesto, avvenuto nel settembre 2025, non è stato un atto d’amore, ma di necessità vitale.
Il Pakistan, unica potenza atomica musulmana, ha garantito protezione militare.
In cambio, i sauditi hanno offerto denaro, petrolio, prestigio e un’alleanza strategica.

Un vero patto di mutuo adattamento.

La rottura del vecchio legame

Per anni, l’Arabia Saudita era legata agli Stati Uniti come una donna che si affida a un uomo potente ma distante.
Riceveva sicurezza, ma perdeva libertà.
Finché, un giorno, ha capito che il prezzo era troppo alto.

Ha guardato verso Israele, poi verso l’Iran, e infine verso Islamabad, e ha scelto la propria autonomia.
Non per orgoglio, ma per sopravvivenza.
È la stessa dinamica che Simeoni descrive nel Crogiolo dello Stregone:

“Ogni forza cerca la propria continuità. Quando una relazione non la garantisce più, la forza si sposta, e nel nuovo equilibrio ritrova se stessa.”

L’amore come strategia di potere

Se ci pensi, tutte le relazioni — amorose o politiche — nascono da una combinazione di bisogno e opportunità.
Quando due persone si attraggono, si uniscono perché da quell’unione ottengono energia reciproca: protezione, crescita, riconoscimento, potenza.
Ma quando uno dei due smette di contribuire, la relazione diventa asimmetrica.

L’altro allora deve decidere:
continuare a dare, sperando che l’equilibrio torni, o interrompere il ciclo e riprendere la propria rotta.

È lo stesso che accade oggi nel Golfo.
L’Arabia Saudita non è “nemica” di Israele, ma non vuole più essere subordinata né a Israele né agli Stati Uniti.
Ha compreso che l’amore cieco per un alleato potente non garantisce la sopravvivenza.
E come ogni forza matura, ha scelto l’adattamento alla realtà invece della fedeltà al sentimento.

Le relazioni sentimentali e la politica delle nazioni

Tutto questo accade anche nelle relazioni umane.
Quante volte le persone restano legate per affetto, per abitudine, per paura di cambiare,
mentre dentro di loro una voce sussurra: “non è più la mia direzione”?

Quante volte si preferisce il compromesso alla verità?
È la stessa logica di molte alleanze internazionali: relazioni fondate su promesse antiche, che continuano solo per inerzia.
Eppure, come nel Crogiolo dello Stregone, ogni sistema che smette di trasformarsi è destinato a frantumarsi.

Il coraggio di tornare al proprio ristorante

La mossa saudita — rompere la dipendenza dagli Stati Uniti e legarsi al Pakistan —
ha lo stesso sapore dell’uomo che, sentendo la relazione spegnersi,
decide di tornare al suo ristorante e reinventarsi.

Non per orgoglio, ma perché sa che non può smettere di esistere.
È un gesto di autodeterminazione, di ritorno alla propria sorgente vitale.
Un modo elegante e pericoloso di dire:

“Abbiamo scelto la nostra autonomia, e l’abbiamo protetta col fuoco.”

In amore come nel potere, chi si adatta vive,
chi si sottomette muore dentro.

“Ogni forza che si rifiuta di mutare si spegne. Solo chi si lascia fondere dal fuoco del cambiamento resta vivo.”

L’equilibrio dinamico delle forze

Ogni relazione — tra individui o tra Stati — è un organismo vivente.
Respira, cresce, cambia.
Quando uno dei due smette di evolvere, l’altro non ha scelta:
o si adatta, o implode.

Il segreto non è mantenere la fedeltà,
ma mantenere il movimento.
E questo è il cuore del Crogiolo dello Stregone:
la vita come fusione di forze che non cercano stabilità, ma continuità nel mutamento.

Cercare l’amore o la sopravvivenza

La vera domanda non è: cerchi l’amore vero o una semplice avventura?
La vera domanda è: sei disposto a cambiare con la realtà, o vuoi restare fedele a un’immagine morta di te stesso?

Perché in fondo, tanto nelle relazioni quanto nella politica, l’amore e il potere non si misurano dal “per sempre”, ma dalla capacità di rinascere ogni volta che la vita cambia forma.

L’amore vero non è l’emozione che provi, ma la capacità di trasformarti insieme alla realtà che vivi.

Solo così, in amore come nel potere, l’equilibrio resta vivo, e la fedeltà non è più un vincolo, ma una scelta che si rinnova nel mutamento.

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