L’Amicizia: un Intuibile che non si Fa Possedere
"L’amicizia è una cosa troppo seria per ridurla a compagnia: è un fuoco che ti brucia o non è nulla. Si intuisce perché è relazione viva, non definizione morta. E proprio per questo non si possiede: si vive."
L’oracolo che parla di amicizia senza saperlo
Gli Oracoli Caldaici, quei frammenti che odorano di fuoco e di abissi, scrivono:
“C’è un intuibile che devi cogliere con il fiore dell’intuire, perché se inclini verso di esso e lo concepisci come qualcosa di determinato, non lo coglierai. È il potere di una forza irradiante, che abbaglia per fendenti intuitivi. Non si deve coglierlo con veemenza, ma con la fiamma sottile di un sottile intuire…”
Ora ditemi, se questa non è la definizione più vera dell’amicizia. Non quella in saldo, con i cuoricini su WhatsApp, ma quella che ti inchioda l’anima e ti dice: “Io ci sono”, senza bisogno di calendario.
Amicizia: intuibile, non contrattuale
Chi la vuole ridurre a un contratto si arrangi con le tessere fedeltà del supermercato:
– Tu mi chiami, io ti rispondo.
– Tu mi inviti, io vengo.
– Tu mi tradisci, io cancello il tuo numero.
Ecco, quello è baratto emotivo, non amicizia. È ragioneria del cuore.
L’amicizia vera non la contabilizzi. Non è “tre uscite al mese + un regalo a Natale = miglior amico”. Quella è solo la partita doppia dell’ipocrisia.
La forza che ti abbaglia (e che non puoi tenere in tasca)
Gli Oracoli parlano di una forza irradiante che “abbaglia per fendenti intuitivi”.
E cos’è l’amicizia, se non quel bagliore che ti sorprende in un gesto minimo?
Un amico non lo riconosci perché ti manda il buongiorno con il caffè su Messenger, ma perché ti guarda negli occhi e ti fa sentire che, in quel momento, non c’è nient’altro da dimostrare.
E provare a incatenare quella luce sarebbe come infilare il sole in una lampadina da comodino. Una caricatura.
Non chiedere, non trattenere
Gli Oracoli ci avvertono: “Non si deve coglierlo con veemenza…”.
Tradotto: smettetela di tormentare gli amici con prove d’amore travestite da amicizia.
“Sei davvero mio amico?”
“Perché non mi hai scritto ieri?”
“Mi pensi?”
No, non ti pensa. Ti vive.
E se non lo capisci, non hai un amico, hai un ostaggio in libertà vigilata.
L’intuibile dell’amicizia
L’amicizia è intuibile, non descrivibile.
La puoi vivere, respirare, sentire vibrare tra te e l’altro, ma se provi a definirla con il righello della ragione, ti muore tra le mani come un fiore chiuso in un manuale di botanica.
Un amico non si possiede. Si intuisce.
E quando smetti di cercare conferme, di pretendere definizioni, di misurare la sua presenza con l’orologio… allora sì, l’amicizia accade.
L’amico come vuoto fertile
“Un vuoto intuire”, scrivono gli Oracoli.
Ecco cos’è l’amico: uno spazio vuoto che non ti soffoca, ma ti fa respirare meglio.
Non ti riempie di frasi, non ti intasa di consigli. Ti lascia il vuoto fertile in cui puoi espanderti, inciampare, brillare o tacere senza sentirti giudicato.
È qui la grande differenza: chi pretende di occuparti, non ti è amico. Chi ti lascia il vuoto fertile, quello sì.
Amicizia o servizio clienti?
Il problema è che molti vogliono dall’amicizia ciò che si chiede a un call center:
risposte rapide, reperibilità totale, assistenza continua.
Ma l’amico non è un numero verde. È un nero profondo da cui arriva, ogni tanto, una stella.
Chi non sa aspettare quella luce non vuole un amico, vuole un dipendente affettivo.
Dove non c’è amicizia nascono le guerre
Le guerre non esplodono dal nulla: nascono dove non c’è amicizia. Non quella dei brindisi o delle promesse diplomatiche, ma l’amicizia vera, intuibile, che riconosce l’altro senza volerlo possedere.
Là dove manca questo fuoco resta solo la ragioneria del potere, che prima misura i confini e poi conta i cadaveri. È qui che l’amicizia diventa rivoluzionaria: non firma trattati, ma impedisce alla logica della guerra di attecchire.
Rifletti: Intuire, non definire
Gli Oracoli Caldaici non parlavano di amicizia, ma di intuizione. Eppure, applicati all’umano, parlano benissimo anche di questo.
Perché l’amicizia non è un dogma, non è una formula matematica, non è una croce da portare. È un intuibile che ti attraversa e che, se cerchi di ridurre a definizione, evapora.
E allora, lasciatela stare. Non stringetela troppo.
Perché l’amicizia, come il fuoco degli Oracoli, non si possiede: si intuisce.
“Chi non intuisce l’amicizia la riduce a possesso, e chi la riduce a possesso non è amico, è carceriere. L’amicizia non la puoi mettere in tasca: la puoi solo attraversare, come un incendio che ti brucia senza consumarti.”