Il Corpo Parla: Ma Tu Lo Sai Ascoltare?
Dentro di noi convivono universi di percezioni, personalità e Dèi che parlano attraverso il corpo. Il vero potere non è ignorarli, ma imparare a dialogare con loro.
Perché il corpo ci parla in continuazione?
Se hai lo stimolo di andare in bagno, il corpo ti parla.
Se hai dolore a una spalla, il corpo ti parla.
Se tremi di paura o sudi freddo davanti a un esame, il corpo ti parla.
Se senti un senso di pace profonda, come un respiro che si apre nello stomaco, il corpo ti parla.
Noi viviamo come se il corpo fosse un semplice veicolo, una macchina che porta in giro la mente. Ma la verità è che il corpo è intelligenza viva, non un contenitore passivo. Ogni brivido, ogni contrazione, ogni tensione muscolare è un linguaggio antico che ci ricorda: “Non sei solo un pensiero, sei un universo che abita la materia”.
Dentro di noi: chi abita il nostro corpo?
Claudio Simeoni direbbe: dentro di noi ci sono universi di percezione che coabitano.
Non siamo una sola identità, ma una folla di personalità, esperienze, ricordi e potenze che vivono dentro la nostra coscienza.
Dentro di noi non c’è solo un “io”. Ci sono molteplici “io” che parlano in momenti diversi:
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l’io che si innamora,
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l’io che combatte,
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l’io che si vendica,
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l’io che crea,
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l’io che perdona.
E ognuno di questi “io” è animato da un Dio interiore, un Archetipo, una forza che ha un volto e una voce. A volte li chiamiamo emozioni, altre volte li viviamo come intuizioni, altre ancora come potenze che ci travolgono.
Gli Dèi parlano attraverso il corpo?
Quando tremi di collera e gli occhi diventano fiamme, non è solo adrenalina: è Ares che ti attraversa.
Quando l’attrazione ti divora e il respiro si fa caldo, non è solo biologia: è Afrodite che si manifesta.
Quando difendi un amico con coraggio insperato, non è solo istinto: è Atena che guida la tua coscienza.
Gli Dèi non sono statue nel marmo. Sono energie che abitano il corpo, archetipi che la coscienza può evocare.
Noi possiamo chiamarli, permettere che per pochi istanti la nostra coscienza diventi la loro coscienza.
Ma a quale prezzo?
Permettere a un Dio interiore di emergere non è mai gratis.
Significa liberare la coscienza dai vincoli della ragione e lasciarla invadere da una potenza che supera i nostri schemi abituali.
Per pochi minuti viviamo con gli occhi e le mani di quella divinità. Ma poi arriva la stanchezza: la ragione deve riprendere il controllo, separando la vita quotidiana dall’esperienza del sacro.
Ecco perché non possiamo giocare con questo potere a cuor leggero. Si fa per un amico, per amore, per necessità vitale. Non per dominio o vanità.
È il Dio che siamo o il Dio che ci abita?
La grande domanda è: chi diventa il Dio? Noi, o Lui?
Simeoni afferma: il Dio che siamo è quello che abbiamo costruito con la nostra vita. È il risultato delle nostre esperienze, della nostra volontà, della nostra capacità di integrare tutte le forze che ci attraversano. Questo Dio interiore ha in sé la possibilità di riconoscere gli altri Dèi, dialogare con loro e, se necessario, usarne la forza.
Noi non siamo marionette in balia di potenze cieche. Noi possiamo dire agli Dèi: “Fin qui agirai, ma non oltre”.
Ecco il vero potere: la volontà come misura dell’invasione divina.
Allora come si impara ad ascoltare il corpo?
Ascoltare il corpo significa riconoscere che ogni sintomo, ogni emozione, ogni tensione ha un significato sacro.
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Mal di pancia prima di parlare in pubblico? È un Dio che ti dice che temi il giudizio.
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Respiro libero dopo aver detto la verità? È un Dio che ti dice che sei in armonia con te stesso.
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Dolore alla spalla destra dopo mesi di fatica? È un Dio che ti ricorda che ti stai caricando più peso di quanto puoi sostenere.
Il corpo non mente.
Il corpo mostra ciò che la coscienza rifiuta di ammettere.
Perché non possiamo ignorare questo linguaggio?
Ignorare il corpo è come ignorare un oracolo.
Ci illudiamo di decidere tutto con la ragione, ma la ragione senza corpo è cieca.
Il corpo, invece, non ha bisogno di parole: parla con segnali concreti, inconfutabili, universali.
La domanda è: vogliamo ascoltarlo o continuare a soffocarlo con analgesici, distrazioni e scuse?
Chi siamo, allora, se non l’incontro tra corpo e Dèi?
Il corpo non mente: ogni dolore, respiro e tremore è un Dio che parla. Scopri come ascoltarlo e guidare la tua coscienza.
Siamo esseri abitati.
Siamo costruzioni di esperienze, personalità e potenze.
Il corpo è il teatro, la coscienza è il regista, gli Dèi sono gli attori che entrano ed escono a seconda delle scene della nostra vita.
Noi non possiamo negare questo dialogo, ma possiamo imparare a guidarlo.
Ed è qui che nasce la vera libertà: non nel silenziare gli Dèi, ma nel saperli convocare e contenere.
Rifletti
“Il corpo è il tempio. Gli Dèi parlano attraverso i suoi tremori, i suoi dolori, i suoi respiri. L’uomo che impara a decifrare questo linguaggio non obbedisce, ma diventa creatore.”
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