Il Corpo che Parla con la Voce degli Dèi
“Dentro di noi coabitano un infinito numero di personalità, ognuna con la propria descrizione del mondo. Queste realtà sono abitate da diversi Dèi.”
Perché certe volte il corpo sembra dirti che non vali?
Chiunque ha vissuto momenti in cui si è sentito inutile, svuotato, senza energia e senza fascino. In quei momenti, il corpo non resta neutro:
- la gola si chiude, come per trattenere parole mai dette,
- il petto si stringe, come sotto una corazza invisibile,
- la pancia si gonfia o si blocca, come a custodire un nodo antico.
Queste non sono semplici reazioni fisiologiche. Sono messaggi intelligenti del corpo. E qui sta la chiave: non è il corpo che dice la verità assoluta, ma un loop psicofisico che ti fa credere di non valere nulla.
Come ci ricorda Claudio Simeoni nel suo libro “Il Crogiolo dello Stregone”, il corpo non è mai un semplice involucro: è il luogo dove convivono molteplici personalità, veri e propri Dèi interiori, che si esprimono con linguaggi diversi. In questo articolo distinguiamo tra “loop psicofisici” e “Dèi interiori”, come descritti da Claudio Simeoni.
i loop sono meccanismi di ripetizione tra corpo, emozione e pensiero, che alimentano la sensazione di non valere;
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gli Dèi interiori sono personalità archetipiche che possono emergere coscientemente per affrontare situazioni specifiche e, con disciplina, tornare poi nel rumore di fondo.
Un Dio può manifestarsi dentro un loop, ma il loop in sé non è un Dio.
Gli Dèi interiori: chi sta parlando dentro di te?
Secondo Simeoni, dentro di noi coabitano un numero infinito di Dèi, ognuno con la propria visione e la propria modalità di agire. Crescendo, impariamo a selezionarli, a integrarli o a relegarli nel rumore di fondo della coscienza. Ma non spariscono mai.
Possiamo leggere i segnali corporei anche come immagini simboliche degli Dèi interiori:
- un nodo al petto può ricordare la forza guerriera compressa di Ares,
- un prurito improvviso può rimandare a Nemesi, che segnala squilibrio,
- una tensione alla gola può evocare Afrodite ferita o la richiesta di chiarezza di Atena.
Non si tratta di corrispondenze rigide, ma di modi per dare un volto all’energia che il corpo esprime.
Come scrive Simeoni:
“Il Dio che siamo è quello che emerge dentro di noi, e che abbiamo costruito nel corso della vita, capace di controllare gli Dèi che ci hanno portato in Essere.”
Come ascoltare il corpo quando entra nel loop?
La pratica è semplice, ma richiede coraggio:
- Porta l’attenzione al punto del corpo che urla più forte.
- Appoggia la mano lì, non per scacciare, ma per riconoscere.
- Respira lentamente.
- Chiedi al tuo inconscio:
“Quale Dio sta parlando ora?”
“Cosa vuole mostrarmi?”
“Come posso lasciarlo agire senza farmi possedere?”
Nel Crogiolo dello Stregone, Simeoni avverte che permettere a un Dio di emergere non è mai gratis:
“L’emozione esplode dentro di noi e ha gli occhi degli Dèi. Dopo serve tempo per recuperare l’equilibrio.”
Il corpo non sta dicendo che non vali: ti sta mostrando quale Dio sta dominando la scena in quel momento.
Come evocare un Dio interiore per guarire?
Come spiega Simeoni, evocare non significa chiamare un’entità esterna, ma permettere a una parte di noi di emergere coscientemente.
Il corpo indica il punto critico — la gola che si stringe, il petto che preme, la pancia che si tende — e lì possiamo lasciare affiorare l’archetipo necessario:
- Ares per la forza,
- Asclepio per la guarigione,
- Nemesi per ristabilire equilibrio.
La disciplina sta nel guidare questo emergere: usare l’energia senza esserne posseduti, e poi riportare il Dio nel rumore di fondo ponendo un limite chiaro:
“Fin qui agirai, ma non oltre.”
Qual è il ruolo della Volontà secondo Simeoni?
Il vero potere non sta nel reprimere il segnale, ma nel usare quell’energia. Simeoni lo spiega con chiarezza:
“Il potere consiste nel controllare gli Dèi che invadono la coscienza e porre loro dei limiti con la volontà: ‘Fin qui agirai, ma non oltre’.”
Questo significa che non sei condannato a essere “l’inutile”, “l’ansioso”, “il pessimista”. Sei tu che puoi:
- lasciare emergere l’archetipo,
- usarlo per comprendere,
- rimandarlo nel rumore di fondo quando ha compiuto la sua funzione.
Cosa ci insegna Asclepio, dio della medicina?
Qui entra in scena Asclepio/Esculapio, il dio guaritore sempre circondato da serpenti. I serpenti, creature percettive, rappresentano la capacità di riconoscere i flussi di energia.
Asclepio ci ricorda che la vera guarigione non è solo assenza di malattia, ma equilibrio tra corpo, mente e spirito.
“Prima di muoverti, decidi dove vuoi arrivare.” – Asclepio
E ancora:
“Chiudete i sensi non per fuggire dal mondo, ma per scoprire un mondo ancora più grande dentro di voi.”
Quando un loop psicofisico ti fa credere che non vali nulla, Asclepio ti invita a oltrepassare i sensi: lasciare il tumulto esterno per ascoltare il silenzio interiore, dove nasce la guarigione autentica.
Protogono e l’origine della coscienza
L’articolo si apre ancora di più se lo colleghiamo al dialogo immaginato tra Asclepio e Protogono, il principio primordiale dell’esistenza.
Nel loro incontro, Protogono rivela:
“L’uomo realizza il suo potenziale quando riconosce di non essere separato dal cosmo, ma frammento vivo del tutto.”
E Asclepio aggiunge:
“La guarigione più profonda avviene nella riconnessione con l’universale, nell’abbracciare il divino che è in noi e attorno a noi.”
Così, il loop che ti fa credere inutile diventa la porta per un respiro cosmico: dal nodo in gola all’abbraccio dell’universo.
Dove porti davvero l’attenzione?
Ogni volta che senti prurito, ansia o pessimismo, fermati e chiediti:
- Dove sto portando la mia attenzione nel corpo?
- Quale Dio sta bussando dentro di me?
- Sono io che guido lui, o è lui che guida me?
Il corpo è il linguaggio degli Dèi: sta a te imparare a leggerlo.
Sintesi pratica
Per rendere chiaro il messaggio, ecco una mappa semplice:
- Il corpo pensa. Non è il cervello da solo: ogni sintomo è un pensiero corporeo.
- Gli Dèi interiori sono le forme di questa intelligenza. Ares, Nemesi, Atena, Afrodite… ognuno può emergere con un segnale preciso.
- La disciplina è guidarli. Evocarli, usarli, poi riportarli nel rumore di fondo.
- La guarigione è cosmica. Con Asclepio impari che l’equilibrio non è assenza di malattia ma connessione tra corpo, mente e universo.
- Il senso ultimo è unitario. Come insegna Protogono, sei frammento vivo del cosmo: riconoscerlo è il passo verso la libertà.
Rifletti: dal loop alla libertà
Il loop psicofisico non è una condanna, ma una porta di trasformazione.
- Simeoni ci mostra che gli Dèi interiori possono essere guidati dalla volontà.
- Asclepio ci invita a cercare equilibrio oltre i sensi.
- Protogono ci ricorda che siamo parte indivisibile del cosmo.
Allora, quando la gola si stringe o la pancia si gonfia, non ascoltare la voce che ti dice “non vali nulla”.
Ascolta invece il linguaggio divino del corpo, e lascia che diventi il tuo ponte verso la volontà, la guarigione e l’universo.
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