Il Re e il Fabbro
Quando la mente smette di comandare e lascia lavorare l’intelligenza del corpo
Il conflitto invisibile
Viviamo in una civiltà in cui la mente vuole fare tutto.
Comandare, analizzare, decidere, prevedere.
Persino quando si tratta del corpo, la mente pretende di essere l’unico sovrano: detta le diete, impone gli orari, misura le prestazioni, controlla ogni battito.
Così, ciò che un tempo era un regno armonico — mente e corpo che cooperano — si è trasformato in una monarchia ossessiva, dove il Re ha dimenticato il valore del suo Fabbro.
Eppure, in ogni essere umano esiste un’intelligenza biologica che costruisce, ripara, rinnova, senza bisogno di ordini.
È la stessa forza che ti fa respirare nel sonno, che trasforma il pane in carne viva, che chiude una ferita senza che tu faccia nulla.
È l’intelligenza che Sadhguru chiama “quella che ha costruito il corpo e può certamente ripararlo.”
La metafora del Re e del Fabbro
Immagina il tuo corpo come un regno.
Il Re è la tua mente cosciente — colta, razionale, lucida.
Il Fabbro è la tua intelligenza corporea — silenziosa, istintiva, perfetta.
Per anni il Re ha osservato il Fabbro lavorare con precisione millimetrica: forgiare ossa, modellare muscoli, riparare tessuti.
Ma un giorno, preso dall’ansia di controllare, il Re è sceso nell’officina.
Ha iniziato a dare ordini: “Più ferro! Meno calore! Muoviti più in fretta!”.
Il Fabbro, stressato da quelle grida, ha cominciato a sbagliare, a rallentare, a confondersi.
È così che nascono molti disturbi fisici ed emotivi:
non perché il Fabbro non sappia lavorare, ma perché il Re non sa più fidarsi.
Il ritorno del Re sul trono
Guarire, creare, evolvere — non significa diventare il Fabbro.
Significa tornare a essere il Re saggio, quello che sa quando parlare e quando tacere.
Il Re saggio osserva, ascolta, sente.
Dice solo:
“Fabbro, ripara questa spalla.”
“Fabbro, ristabilisci l’equilibrio.”
“Fabbro, libera ciò che trattengo.”
Poi si siede sul trono, chiude gli occhi e si fida.
Nel silenzio del suo comando, l’intelligenza del corpo si riattiva.
Questo non è misticismo. È fisiologia.
Quando la mente smette di interferire, il sistema nervoso passa da simpatico (lotta e controllo) a parasimpatico (riposo e guarigione).
Le cellule smettono di difendersi e cominciano a rigenerarsi.
È il corpo che finalmente può “fare il suo mestiere”.
Artisti, musicisti e atleti
Questo dialogo tra mente e corpo non riguarda solo la guarigione, ma anche la performance creativa.
Un artista che lascia fluire il corpo crea opere più vere.
Un musicista che respira con lo strumento si accorda con la vita.
Un atleta che ascolta il proprio corpo evita infortuni e raggiunge risultati più alti.
E persino chi studia la seduzione scopre che il fascino nasce da una presenza incarnata, non da strategie mentali.
In ogni ambito — musica, sport, arte o relazione — il segreto è lo stesso: lascia che il Fabbro lavori, e il tuo Re resti presente.
L’intelligenza che costruisce la vita
Ogni volta che dici:
“Mentre dormo, affido questa spalla all’intelligenza creatrice del mio corpo,”
stai letteralmente restituendo al Fabbro il suo martello.
Non stai rinunciando al potere, stai usando il potere nel modo giusto.
La mente non è il nemico. È il Re che deve imparare il linguaggio del suo Fabbro:
il linguaggio del ritmo, del respiro, del sentire.
È così che l’allenamento diventa danza, la guarigione diventa arte e la vita torna a scorrere senza attrito.
Dall’officina al palazzo
Quando il Re smette di urlare nell’officina, il Fabbro torna a forgiare in silenzio.
E ogni cellula, finalmente libera di lavorare, si illumina come una piccola fornace.
Il dolore si trasforma in comunicazione, il prurito in segnale, la fatica in linguaggio.
A quel punto puoi dire davvero:
“Non sto lottando contro il mio corpo, sto collaborando con lui.”
“Non sto guarendo: sto permettendo alla vita di ripararsi da sé.”
Questa è la vera arte della trasformazione corporea.
Il Re guida, il Fabbro crea.
E insieme costruiscono il Regno della Presenza.
Il messaggio per l’artista, l’atleta, il cercatore
Per un artista, il Fabbro è la parte che compone senza pensare.
Per un atleta, è il corpo che trova da solo la traiettoria perfetta.
Per un uomo o una donna in cammino, è la vita che si auto-orienta quando smetti di forzarla.
Non devi “credere” a nulla. Devi solo sospendere il comando.
Lascia che l’intelligenza che ti ha costruito continui a costruire.
Come dice Sadhguru in ogni suo libro:
“Se il corpo sa trasformare un pezzo di pane in carne viva, può certamente ripararsi da sé.”
Il decreto del Re
Ogni giorno puoi scegliere di emanare un unico decreto:
“Caro Fabbro, lavora.
Io, Re del mio regno, mi fido di te.”
E poi respirare, osservare, sentire.
Non serve comprendere come avvenga.
Basta non intralciare ciò che avviene da sempre.
Rifletti: il Regno ritrovato
Il vero potere non è nel controllo, ma nella fiducia - vera fede!
Quando il Re e il Fabbro tornano a parlarsi, la vita si ricompone:
il pensiero torna lucido, il corpo vibra, il cuore respira libero.
E allora capisci che guarire non significa “aggiustare qualcosa”,
ma ricordare chi comanda e chi crea.
Il Re governa in silenzio.
Il Fabbro forgia in profondità.
E il Regno — cioè tu — vive finalmente in pace.
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