Remi a braccia nude mentre altrove si vola coi fari accesi. Ma il tonno d’oro non sceglie chi fatica… sceglie da che parte soffia il vento.

Chi Pesca Davvero le Opportunità nel Mare della Propaganda?

Un tuffo nel mare della propaganda

Caro lettore di Controbattere, preparati: qui si naviga in mare aperto, tra le onde di Esopo e le tempeste di un mondo che si dimena sotto il peso di numeri, chiacchiere e occasioni mancate. Non ti prometto un approdo sicuro, ma un viaggio che graffia la superficie delle cose, come un amo che aggancia la verità sotto la schiuma della propaganda.

Simeoni e la sua zuppa di Esopo

Claudio Simeoni, voce guida della Federazione Pagana in Europa e autore di fiumi di pagine su religione pagana, filosofia e intrighi politici internazionali, ci ha servito una zuppa di pesce bella condita: parte dalla favola di Esopo, con pescatori che incappano in un tonno piovuto dal mare (ché dal cielo sarebbe troppo), e la usa per tessere un parallelo con il gran bazar del commercio globale, dove i furbi vendono pesce in città e gli altri annaspano.

Poi, un affondo: la Cina galoppa con un surplus commerciale da capogiro e un PIL che ride in faccia al nostro misero +0,3%, sbandierato dall’ISTAT come un trofeo di cartapesta. Il messaggio? Le opportunità si colgono solo se sei in barca, e la propaganda è un velo che nasconde i fallimenti. Ma lasciami remare controcorrente, perché questa zuppa ha un retrogusto che non convince.

Il tonno fortunato e la fregatura di Esopo

Partiamo dai pescatori di Esopo. Simeoni dice: se non vai a pescare, il tonno non ti salta in barca. Verissimo, ma la favola nasconde una fregatura. Quei pescatori non hanno scelto il tonno, né l’hanno cercato: è stato un colpo di culo.

L’opportunità è un dono del caso, non un premio per la tua fatica. E qui casca l’asino (o il tonno, fate voi): la vita non è una meritocrazia di barche e reti. Puoi remare fino a spezzarti la schiena, ma se il mare è vuoto o la tempesta è Trump, il tuo sforzo vale quanto un selfie con lo sfondo di un naufragio.

Simeoni sembra dirci "muoviti e vincerai", ma il mondo reale è più cattivo: non basta uscire in barca, devi sapere dove stanno i pesci, e spesso il pesce grosso lo decidono i potenti, non tu.

Cina vs Italia: numeri che parlano, propaganda che canta

E poi c’è la Cina, il drago che sputa numeri da capogiro: 586 miliardi di surplus, esportazioni a +5,8%, PIL a +5,4%. Confronti questi dati con il nostro +0,3% e ti viene da ridere, o da piangere.

Simeoni punta il dito: la propaganda italiana ci vende un’inezia come un trionfo, mentre la Cina, comunista ma pragmatica, distribuisce ricchezza e azzera la povertà.

Ma attenzione, qui il mare si fa torbido. La Cina non è il paradiso dei pescatori: è una macchina che macina numeri e persone, dove il “successo” si paga con controllo, censura e una libertà che sa di catena.

Quel surplus commerciale? È anche il frutto di un sistema che schiaccia i diritti per pompare le fabbriche. E il nostro +0,3%? Non è solo propaganda: è il rantolo di un’Europa che si arrabatta tra burocrazia, crisi energetica e un mercato globale che ci vede come pesci piccoli in un acquario di squali.

Chi decide dove stanno i pesci?

Simeoni ci invita a cogliere le opportunità, ma il vero nodo è un altro: chi decide quali sono le opportunità?

Trump, con le sue tariffe, non crea occasioni per tutti, ma per chi sta già dalla parte giusta della barca – i suoi amici, come dice Simeoni, che si ritrovano i tonni in grembo.

E noi? Noi italiani, con i nostri salari da fame e i diritti sociali che evaporano, non siamo pescatori sfortunati: siamo rematori in una galera dove il capitano canta “segnali positivi” mentre la nave affonda.

La propaganda non è solo aggettivi vuoti, è un sistema che ti convince che il tuo remo rotto sia una vittoria.

Oltre la rete: il mare non è per tutti

E allora, caro lettore, il senso non è solo “esci e pesca”. È capire che il mare non è uguale per tutti. È chiederti: chi ha messo il tonno nella tua barca? E se non c’è, chi te l’ha portato via?

Non basta agire, bisogna sapere in che acque navighi e chi comanda le correnti. Altrimenti, il tuo progetto, il tuo obiettivo, il tuo remare furioso, sarà solo un altro giro a vuoto in un mare che non scegli tu.

Squarciare o contare briciole?

E tu, lettore di Controbattere, sei pronto a squarciare la rete delle illusioni e navigare contro le correnti del potere, o preferisci restare a contare le briciole di un mare che altri hanno svuotato?

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