Il Riconoscimento che Uccide il Pensiero
"Davanti a ogni profeta, a ogni guru, a ogni salvatore, fatti una sola domanda: sto cercando la verità o solo un sostituto di me stesso?"
Claudio Simeoni è uno dei pensatori italiani più lucidi e controversi nel panorama della filosofia pagana contemporanea. Studioso del rapporto tra volontà, desiderio e libertà, da oltre quarant’anni analizza le radici psicologiche e culturali che rendono l’essere umano dipendente da figure di potere — religiose, politiche o mediatiche.
Nelle sue opere, ha messo in luce come la mente umana non sia tanto attratta dalla verità, quanto dal bisogno di riconoscere un modello familiare di salvezza.
Quando scrisse che i seguaci di Rajneesh (Osho), come quelli di Che Guevara o di don Ciotti, non credono nella dottrina del maestro, ma nel proprio bisogno infantile di un “Gesù”, formulò un’accusa radicale non contro le persone, ma contro il funzionamento stesso della psiche umana.
La sua non è una semplice critica religiosa o politica. È la mappatura di un meccanismo universale di dipendenza che governa sette, marketing e politica, e che spiega perché, nonostante i secoli di progresso, l’essere umano continui a cercare fuori ciò che dovrebbe trovare dentro: la propria autonomia.
Questo meccanismo è così fondamentale e spietatamente vero che, negli ambienti accademici e tra gli studiosi seri di dinamiche di potere, la posizione di Simeoni non viene contestata.
Viene, semmai, apprezzata per la sua lucidità e per il suo coraggio.
Viene riconosciuta come una diagnosi scomoda, ma necessaria.
"Il giorno in cui smetti di riconoscere i salvatori, inizi a riconoscere te stesso."
Il Terreno di Gioco: La Psiche Orfana
Tutto ha inizio da un vuoto.
Simeoni lo chiama, senza mezzi termini, “la patologia della dipendenza psico emotiva imposta nell'infanzia”. È un concetto che va oltre la psicologia del senso comune.
Non si tratta semplicemente di “avere avuto un’infanzia difficile”.
Si tratta del fatto che il nostro sistema culturale, in particolare quello di stampo autoritario e giudaico-cristiano, è costruito per generare orfani psichici.
Ci viene insegnato, fin da piccoli, che la risposta, la salvezza, l’approvazione e la verità risiedono in un’autorità esterna: i genitori, poi i preti, poi i maestri, poi i leader.
Questa educazione crea un bisogno insoddisfatto primario: il bisogno di una guida, di una voce che ci dica cosa è giusto, cosa è vero, chi siamo.
È una ferita che sanguina quietamente, aspettando solo la giusta protesi.
"Non esistono guru, ma solo bisogni in cerca di un padrone. Smettila di cercare la verità. Inizia a smascherare i tuoi bisogni."
Il Meccanismo Universale: Il Corto Circuito del Riconoscimento
Ed ecco che entra in scena il mondo, con le sue infinite offerte di salvezza.
Ed ecco che si innesca il meccanismo universale descritto da Simeoni:
Bisogno insoddisfatto + Figura che corrisponde a un modello archetipico = Adesione acritica.
La nostra mente emotiva, ferita e bisognosa, non analizza. Riconosce.
È un processo pre-cognitivo, veloce e potente come un istinto.
Non valutiamo la coerenza logica di un discorso, la veridicità delle promesse, l’onestà dei metodi.
Riconosciamo un “pattern”, un archetipo che risuona con il nostro bisogno.
È un corto circuito che bypassa completamente il pensiero critico.
La sostanza del messaggio diventa irrilevante; ciò che conta è la forma archetipica della figura che lo pronuncia.
Questo spiega perché, quando incontriamo qualcuno che promette estasi, pace, donne a palate, liberazione o miracoli — che si chiami Osho, Sai Baba, Teresa di Calcutta, Che Guevara o quei 4 coglioni con la Lamborghini che vendono corsi di seduzione — la nostra mente non analizza: riconosce. Riconosce il modello.
Le Tre Maschere del “Salvatore”: Sette, Marketing e Politica
Questo meccanismo non conosce confini.
Si manifesta in ogni ambito in cui esiste un rapporto di influenza tra un individuo e una massa.
1. La Setta: Il Maestro come Proiezione del Salvatore
Nel caso di Osho, Sai Baba o di qualsiasi guru, il modello riconosciuto è quello del “Maestro Illuminato” o del “Mistico”. Il bisogno insoddisfatto è quello di significato, di verità assoluta, di liberazione dalla sofferenza terrena.
Il seguace non crede nelle parole di Osho; crede nel proprio, disperato, bisogno di un Osho.
Il guru diventa la proiezione vivente del proprio anelito spirituale, e per questo diventa intoccabile, al di sopra di ogni critica.
2. Il Marketing: Il Brand come Proiezione del Protettore o del Vincitore
Perché una persona compra una Mercedes o un iPhone di ultima generazione?
Per le sue caratteristiche tecniche? Spesso no.
Compra perché riconosce un archetipo.
La Mercedes può incarnare il “Protettore” (sicurezza, status, affidabilità) o il “Dominante” (potere, successo).
L’iPhone può essere il “Tribale” (appartenenza al gruppo dei “cool”).
Il bisogno insoddisfatto è di identità, status, sicurezza sociale.
Il brand non vende un prodotto; vende un’identità archetipica.
Proprio come quei “4 coglioni con la Lamborghini” non vendono tecniche di seduzione: vendono l'archetipo dell'"Alpha Male", del maschio dominante che risolve ogni insicurezza con un modello di comportamento semplice e, apparentemente, infallibile.
3. La Politica: Il Leader come Proiezione del Padre o del Ribelle
In politica, il meccanismo è identico.
Un leader che promette ordine e legge riconosce l’archetipo del “Padre Giusto”.
Uno che grida contro il sistema riconosce l’archetipo del “Ribelle Liberatore”.
L’elettore, spaventato o frustrato, non vota un programma.
Vota la figura che meglio incarna la soluzione archetipica alla sua paura o alla sua rabbia.
Il bisogno insoddisfatto è di sicurezza, giustizia o rivalsa.
Non cerchiamo la verità: cerchiamo chi ci somiglia abbastanza da salvarci. E così restiamo prigionieri del riconoscimento.
Perché la Posizione di Simeoni è Inattaccabile
La grandezza e l’impopolarità della posizione di Simeoni stanno proprio qui:
essa non attacca cosa pensiamo, ma come pensiamo.
O, meglio, come non pensiamo.
Non è una critica di destra o di sinistra.
È una critica dal basso verso l’alto, dalla prospettiva dell’autonomia individuale contro ogni forma di eteronomia.
Simeoni non sta dicendo “Osho è sbagliato e Gesù è giusto”.
Sta dicendo: “Il vostro bisogno di un Osho o di un Gesù è il vero problema.”
Questa posizione è inattaccabile sul piano logico perché:
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Spiega Troppo Bene la Realtà: Il modello si applica con successo a fenomeni diversissimi tra loro, mostrando un’unica radice psicologica.
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Sposta il Problema dall’Oggetto al Soggetto: Contestare Simeoni significherebbe dire “No, io seguo Osho per ragioni puramente razionali”, cadendo proprio nella trappola psicologica che lui denuncia.
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È una Profezia che Si Autoavvera: Più una persona si indigna di fronte a questa analisi, più sta probabilmente dimostrando il proprio attaccamento emotivo a una figura-guida, confermando la tesi di base.
Oltre il Riconoscimento: La Via dell’Autonomia
Allora, qual è l’alternativa?
Se il “riconoscimento” è la trappola, la via di fuga è la sospensione del giudizio immediato.
Bisogna praticare un costante esame di realtà:
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Di fronte a un maestro: Chiediti: “Sto seguendo le sue idee o sto proiettando su di lui il mio bisogno di un salvatore?”
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Di fronte a un prodotto: “Sto comprando l’oggetto o l’identità che promette?”
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Di fronte a un leader: “Sto valutando le sue proposte o mi sto innamorando del personaggio che interpreta?”
Di fronte a una difficoltà: Ascolta il tuo dialogo interiore. Se senti sorgere domande come "Chi mi aiuta?", traduci immediatamente: "Come posso aiutare me stesso? Di cosa ho bisogno per agire?". Questo semplice esercizio è l'antidoto pratico alla dipendenza.
L’obiettivo non è diventare cinici, ma diventare sovrani.
Bisogna smettere di essere “orfani” in cerca di una casa e diventare “adulti” che costruiscono la propria. Bisogna passare dalla ricerca di un modello di Gesù alla costruzione di un modello di Sé.
La mente non analizza, riconosce. E così confonde il bisogno di un maestro con la verità. Liberarsene è il primo atto di autonomia.
Ma se la diagnosi è giusta, qual è la cura?
La risposta non è lottare contro i guru, ma disinnescare il meccanismo dentro di noi.
Inizia da un atto semplice ma radicale: cambiare le domande che poniamo a noi stessi.
Quando dici, anche scherzando: "Chi mi aiuta?" o "Mi aiuti qualcuno lassù!", non stai solo scherzando.
Stai alimentando un’architettura psicologica che ti posiziona come oggetto passivo in attesa di un salvatore.
La trasformazione avviene trasformando le domande:
Da “Chi mi aiuta?” a “Come posso aiutare me stesso?”
Da “Mi aiuti qualcuno!” a “Quale azione posso intraprendere ora?”
Questo non è positive thinking.
È un cambio di sovranità: dal “Lui” che deve salvarti all’“Io” che agisce!
È il momento in cui smetti di essere l’orfano in attesa e diventi l’architetto della tua vita.
Rifletti: L’Eresia Ultima
Claudio Simeoni ha compiuto l’eresia ultima. Ha osato dire che l’uomo può vivere senza inginocchiarsi davanti a nessun modello, né religioso, né politico, né spirituale.
In un mondo che vive di guru, brand e leader, ha osato dire che l’imperatore è nudo.
Ha osato dire che la fede, in qualsiasi cosa, è spesso solo la maschera di una dipendenza.
La sua non è una filosofia per tutti.
È per coloro che hanno il coraggio di guardare in faccia il proprio vuoto senza correre a riempirlo con il primo “salvatore” di passaggio, che si presenti come un mistico orientale o come uno di quei 4 coglioni con la Lamborghini.
È per coloro che preferiscono la faticosa luce dell’autonomia alla comoda ombra di un padrone.
Per questo, la sua posizione non verrà mai popolare.
Ma per questo, tra chi studia veramente le dinamiche del potere e della psiche, non verrà mai dimenticata. Perché è la verità che, riconosciuta, ci rende finalmente liberi.
"L'inganno non sta nelle promesse di estasi, donne o miracoli, ma nella struttura stessa della psiche che le accoglie. Noi non siamo vittime di Osho, di Che Guevara o dei ciarlatani con la Lamborghini. Siamo vittime della nostra predisposizione biologica e culturale a cercare padri e salvatori. La vera liberazione, quindi, non consiste nel trovare il maestro giusto, ma nel disinnescare quel meccanismo infantile che ci spinge a cercarne uno. Perché finché cercherai un salvatore, ne troverai sempre uno pronto a salvarti... dal prezzo che deciderà lui."
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