Lo Stregone, il Seduttore e i Cretini – La Differenza tra Chi Vive da Dio fra gli Dèi e chi si Crede il Dio degli Dèi.
Dalla Seduzione alla Vita Quotidiana: il passaggio da chi “crede” a chi “sente”
“All’inizio di un cammino di conoscenza mal si distingue fra ‘il Dio del mare’ e il ‘mare come Dio’. Si pensa che non sia importante, ma alimentano due cammini diversi: uno conduce alla superstizione e l’altro alla conoscenza.” — Claudio Simeoni
Quando il sapere diventa vita
Molti leggono testi di filosofia, psicologia o spiritualità e si chiedono, come te:
“A cosa mi serve tutto questo se poi non so vivere meglio, conoscere persone, sentirmi più libero, costruire davvero qualcosa?”
È una domanda legittima.
Perché la conoscenza, se resta chiusa nei libri, non serve a niente.
Diventa utile solo quando entra nel corpo, quando cambia il modo in cui guardi, respiri, parli, ti muovi.
Ecco perché le parole di Claudio Simeoni, che distinguono la conoscenza dalla superstizione, non sono teoria: sono una bussola per vivere con presenza. Un concetto che Simeoni sviluppa nel suo libro Il Crogiolo dello Stregone, dove la “stregoneria” non è magia o occulto, ma la pratica quotidiana di chi trasforma sé stesso per conoscere il mondo reale.
Simeoni parla dello Stregone, ma in realtà parla di ogni uomo e ogni donna che desiderano smettere di credere e cominciare a sentire.
Il Dio del mare e il mare come Dio
Simeoni dice che esistono due modi di vedere la realtà.
Uno è guardare “il Dio del mare”: cioè immaginare che ci sia una forza esterna, superiore, che muove tutto.
È l’atteggiamento di chi aspetta. Di chi crede che la fortuna, l’amore o il successo dipendano da un “segnale” del destino.
È la superstizione.
L’altro è vedere “il mare come Dio”: non perché il mare “ti muova dentro”, ma perché riconosci che, come il mare, anche tu sei una forza che vive, si trasforma e costruisce se stessa.
Non cerchi un Dio fuori da te: diventi cosciente della tua parte di potenza nel mondo.
Questa è la conoscenza.
Tradotto nella vita reale:
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Quando entri in palestra e pensi “chissà se oggi va tutto bene, se qualcuno mi nota”, stai guardando il Dio del mare: ti metti in attesa che qualcosa fuori da te decida per te.
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Quando invece entri e senti il tuo corpo presente, la tua energia viva, il respiro che si muove, non vivi il mare come Dio, ma riconosci in te la stessa capacità di muoverti e trasformarti che ha il mare.
Non lo imiti, ne condividi la logica vitale: quella del divenire.
Nel primo caso, chiedi al mondo di approvarti.
Nel secondo, è il mondo che percepisce la tua forza.
La superstizione è credere, la conoscenza è sentire
Nel linguaggio di Simeoni, la superstizione non è solo religiosa.
È ogni volta che deleghi la tua potenza a qualcosa di esterno: un dogma, una figura, una speranza, persino un’emozione che non comprendi.
È superstizione pensare che:
- “Se trovo la ragazza giusta, allora starò bene.”
- “Se il mondo cambiasse, finalmente potrei essere felice.”
- “Se credessi di più, le cose andrebbero meglio.”
La conoscenza è l’opposto:
- “Se capisco come mi muovo, cambierò il modo in cui vivo.”
- “Se sento dove si blocca la mia energia, potrò liberarla.”
- “Se imparo a stare nella realtà, anche il mio sguardo cambierà ciò che vedo.”
Lo Stregone, come il Seduttore autentico, non fugge dalla realtà: ci cammina dentro.
Sente la paura, ma non la subisce.
Sente la bellezza, ma non la idolatra.
Trasforma ogni emozione in una forma di conoscenza.
Lo Stregone e il Seduttore Autentico
Lo Stregone e il Seduttore autentico non sono il divino, ma agiscono da dèi fra gli dèi: vivono la propria potenza nel mondo, non sopra di esso.
Non nel senso religioso, ma nel senso più concreto possibile: sono vivi, presenti, pieni, interi.
Non aspettano di ricevere luce da qualcuno, sono loro la luce che agisce!
Il Seduttore autentico non manipola.
Non recita.
Non copia.
Non fa scena.
È lì, radicato, concentrato, curioso, connesso con la realtà.
Non cerca un copione: è il suo copione.
È la stessa differenza che c’è tra i cretini e chi ha davvero coscienza di sé.
I cretini cercano sempre di cambiare l’esterno: vogliono che l’altro li capisca, che la situazione si aggiusti, che il mondo si adatti ai loro desideri.
Si agitano, recitano, forzano. È come chi, davanti a una donna, perde la calma e cerca di dire la cosa giusta per non sbagliare.
In quel momento, ha già perso.
Perché la realtà — come una donna intelligente — non si lascia convincere da chi reagisce, ma da chi rimane centrato.
Il mondo, come il desiderio femminile, risponde alla presenza, non alla supplica.
Quando ti blocchi e cerchi di capire “cosa vuole lei”, stai facendo come i cretini che pensano di poter modificare la realtà con le parole, invece di trasformare la propria percezione.
Chi invece resta saldo, senza fuggire dalla tensione, cambia se stesso, e così cambia il modo in cui il mondo — o una donna — gli risponde.
È tutto lì:
i cretini cercano di piegare ciò che vedono,
l’uomo consapevole trasforma il modo in cui guarda.
E se ci pensi, anche nella seduzione è così:
chi cerca di “convincere” una donna vive nella superstizione.
Chi diventa interessante attraverso la propria presenza vive nella conoscenza.
Il telegiornale e il locale: la stessa illusione
Può sembrare distante, ma non lo è affatto.
Quando al telegiornale senti frasi come:
“Gesù tornerà quando Israele sarà completamente libero.”
stai assistendo alla stessa dinamica che trovi nei locali, in palestra o nei social.
È la regia della superstizione: parole costruite per emozionare, dividere, creare consenso o paura. Si vendono illusioni come verità e profezie come notizie.
La conoscenza, invece, non reagisce: osserva.
Vede il gioco.
Capisce la trama.
Non cade nella fascinazione del “sacro televisivo”, come non cade nella seduzione superficiale di chi usa il corpo come vetrina.
Quando impari a vedere il mare come un dio, cioè come una realtà viva e autonoma che partecipa al tuo stesso divenire, diventi impermeabile alla manipolazione.
Sai distinguere chi ti parla per nutrirti da chi ti parla per controllarti.
E allora ogni ambiente — telegiornale, palestra, locale o conversazione — diventa un laboratorio di consapevolezza, popolato da forze e volontà diverse, da dèi che, come te, cercano di costruire la propria forma nel mondo.
La verità dei “cretini”
Simeoni non la manda a dire.
E anche tu lo hai notato: quando parla dei “cretini”, usa la parola nel suo senso originario.
“Cretino” deriva dal francese crétin, cioè chrétien, “cristiano”.
Nacque per indicare le persone semplici di mente, considerate “beate” — come nell’ideologia monoteista, “poveri di spirito” — perché incapaci di ribellarsi, cercano una verità del divino.
È fortissimo, ma verissimo.
Il cretino è chi ha consegnato la propria intelligenza agli altri.
Non osa pensare, sentire o agire da sé.
Che aspetta l’approvazione di un dio, di un partito, di un’idea, di una moda o di una persona da cui sentirsi completo.
Un dio fra gli dèi, invece, non delega niente.
Non si inginocchia, non si confessa, non si giustifica.
Agisce, sbaglia, impara.
Ma lo fa da protagonista.
Non crede, conosce.
Non adora, costruisce.
Ed è proprio questo che lo rende divino.
Il Seduttore come un dio fra gli dèi
Il Seduttore Autentico vive come un dio fra gli dèi:
Non usa formule, non copia strategie, non recita.
Sente.
Si allena alla presenza, non al trucco.
Un dio fra gli dèi non cerca di dominare il mondo, ma di conoscersi dentro il mondo.
Lavora sulla propria percezione, non per controllare gli altri, ma per sentire di più.
Il Seduttore, come ogni essere consapevole, lavora sulla propria vibrazione.
Entrambi si trasformano per modificare il modo in cui il mondo risponde.
Per questo, quando una persona è realmente presente, non ha bisogno di chiedere attenzione: la genera.
Il corpo parla. La voce trasmette coerenza.
E quella coerenza si percepisce anche da lontano.
La conoscenza come forza costruttiva
Capire la differenza tra conoscenza e superstizione non serve per “sapere di più”.
Serve per costruire di più.
Perché chi vive nella superstizione resta fermo, sospeso nell’attesa.
Chi vive nella conoscenza, invece, agisce in modo lucido, coerente, concreto.
È la differenza fra:
– chi va in palestra per “diventare come qualcuno”,
– e chi si allena per diventare più se stesso.
Oppure fra:
– chi parla con una ragazza per “farsi notare”,
– e chi parla per sentire cosa nasce nell’incontro.
La prima è superstizione (l’illusione che qualcosa o qualcuno ti completi).
La seconda è conoscenza (la scoperta che già sei completo, e puoi condividerti).
Dalla palestra alla vita
Ecco perché tutto questo ti serve anche quando vai in palestra o in un locale.
Perché lì, più che altrove, puoi allenarti a camminare dentro la realtà invece che scappare da essa.
Puoi osservare come ti muovi, come ti senti, come reagisci quando qualcuno ti guarda o ti ignora.
“E in quel momento capisci se stai vivendo "il Dio del mare" — cioè la speranza che qualcosa fuori da te cambi — oppure "il mare come Dio", cioè la realtà viva che, come te, si trasforma e si autodetermina.”
Non vuol dire che tu sei il mare, ma che riconosci in te la stessa coscienza di divenire che muove ogni cosa. Il mare non prega per cambiare direzione: segue la propria forza.
Così anche tu, quando smetti di aspettare miracoli o approvazioni, inizi a muoverti con la stessa intelligenza della vita stessa.
Non serve credere nella magia: sei tu la magia.
Ogni gesto, ogni parola, ogni respiro consapevole è un atto di stregoneria.
Perché cambia la tua percezione, e quindi cambia la tua realtà.
Camminare dentro la realtà
Chi ha coscienza di sé — un dio fra gli dèi — cammina, come direbbe Simeoni, sul filo sottile fra delirio e percezione diversa del reale. È lì, su quel filo, che si impara a vivere davvero: dove l’immaginazione non è fuga, ma strumento di conoscenza.
Come scrive Simeoni ne Il Crogiolo dello Stregone, la conoscenza è un cammino corporeo, non mentale: un modo di percepire la realtà nella sua molteplicità di dèi e trasformazioni.
La realtà non è fatta per essere creduta, ma per essere vissuta e sentita.
E solo chi la sente può trasformarla.
È la differenza fra il cretino che si proclama “come Dio”, padrone del mondo, e l’essere che riconosce di far parte del mondo divino, dove ogni volontà è una forza che costruisce sé stessa
La conoscenza, alla fine, non è altro che questo:
un corpo sveglio in un mondo addormentato.
E quando il corpo è sveglio, anche la mente si chiarisce.
Le parole diventano più precise.
Le relazioni più autentiche.
Le azioni più mirate.
In quel momento, non cerchi più “il Dio del mare”:
Ti accorgi che non diventi il mare, ma diventi cosciente di essere una forza che appartiene allo stesso principio che lo muove.
Non sei il mare, ma ne condividi la natura.
Ed è proprio qui la differenza tra chi aspetta miracoli e chi costruisce la propria realtà.
“Lo Stregone o il Seduttore Autentico sono il divino, mentre i cretini cercano una verità del divino.”
Tutta questa visione nasce dal pensiero espresso da Claudio Simeoni ne Il Crogiolo dello Stregone, dove il termine “Stregone” non designa un mago, ma un essere umano che ha riconosciuto di essere un dio fra gli dèi: parte della vita, non servitore di un’illusione.
Dal sapere al sentire
Capire la differenza tra conoscenza e superstizione significa imparare a non delegare più la propria vita.
Significa non aspettare che qualcuno ti scelga, ti illumini o ti salvi.
Ma diventare tu la fonte del cambiamento.
Quando vivi così, ogni cosa — anche un allenamento, un incontro, una parola detta al momento giusto — diventa un atto di stregoneria nel senso più nobile: trasformare il reale partendo da sé stessi.
Non serve credere in qualcosa: serve sentire tutto. Chi cammina nella realtà non cerca miracoli, li crea.
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