E se l’attenzione non fosse una gabbia ma il tuo potere più grande?
“Quando l’attenzione non ti domina più, diventa il bastone con cui forgiare il tuo destino.”
Molti vivono l’attenzione come un problema: si distraggono, la perdono, se la fanno rubare da notifiche, ansie o pensieri.
Eppure c’è un’altra prospettiva, più radicale: e se l’attenzione fosse il tuo potere più grande, non una gabbia, ma lo strumento che ti permette di trasformarti e trasformare il mondo?
In questo terzo articolo esploriamo come, dopo aver visto i due movimenti (spostare la torcia → spegnerla), le idee di Claudio Simeoni ci offrano un passo ulteriore: riaccendere l’attenzione in modo nuovo, creativo, libero dal condizionamento.
Dal verificabile allo sfondo immobile
Nei primi due articoli abbiamo visto due passaggi:
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Esperimento verificabile (mano → piede). Spostando l’attenzione cambia la percezione: tu non sei il dolore, né i pensieri, né l’attenzione stessa. Sei colui che la usa.
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Tecnica di Osho/Shiva (diventare pietra). Spegnendo la torcia, scopri che lo sfondo immobile non se n’è mai andato: anche senza oggetti, tu resti coscienza.
Questi due livelli non sono in contrasto, ma si completano.
"Il primo ti mostra che non sei schiavo degli oggetti.
Il secondo ti mostra che non sei neanche schiavo dell’attenzione."
La svolta di Simeoni: attenzione come potere di essere
Claudio Simeoni porta il discorso oltre. Non si ferma alla scoperta dello sfondo immobile, ma dice: una volta che sai che non sei dominato dall’attenzione, puoi usarla come strumento di potere.
Per Simeoni, l’attenenzione è la capacità di concentrare tutto sé stessi nella percezione, fino a trasformarsi. Non è un gioco intellettuale, ma un atto pratico:
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Concentrare tutto sé stesso mentre ascolti.
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Concentrare tutto sé stesso mentre guardi.
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Concentrare tutto sé stesso mentre tocchi o gusti.
Non subire i fenomeni, ma percepirli in funzione dei tuoi intenti.
"Così l’attenzione non è più una gabbia che ti cattura, ma un bastone che agiti nel tuo crogiolo interiore per crescere ed espanderti."
Spegnere per riaccendere
Ecco il punto centrale:
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Prima impari a spostare la torcia (esperimento verificabile).
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Poi impari a spegnerla (tecnica di Osho/Shiva).
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Infine, come dice Simeoni, impari a riaccenderla consapevolmente: non più catturata dai condizionamenti, ma orientata verso ciò che vuoi creare.
È la differenza tra:
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essere trascinato dall’attenzione (paure, desideri, ossessioni),
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e dirigere tu l’attenzione, usandola per sviluppare volontà, intuizione, potere di essere.
Attenzione e condizionamento
Secondo Simeoni, la nostra attenzione è stata stuprata dal condizionamento educativo: schemi morali, doveri imposti, paure inculcate.
Se non la riconquistiamo, restiamo prigionieri.
Ma se riusciamo a spegnere l’attenzione abituale e a riaccenderla liberamente, allora:
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emergono fenomeni che la ragione prima non lasciava passare,
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si sviluppa l’intuizione,
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crescono volontà e determinazioni,
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si rompe la gabbia sociale che ci voleva sottomessi.
"L’attenzione diventa così il luogo in cui trasformiamo non solo la percezione, ma noi stessi."
Gli scritti di Simeoni per approfondire
Questi temi non restano teoria: sono sviluppati in modo approfondito nei libri di Claudio Simeoni, come:
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Il Crogiolo dello Stregone → dove l’attenzione viene trattata come parte essenziale del processo di trasformazione interiore.
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La Stregoneria raccontata dagli Stregoni → che raccoglie esperienze e riflessioni sul modo in cui l’attenzione, esercitata con disciplina, diventa strumento di libertà e potere di essere.
"In queste opere l’attenzione non è più vista come fragile o dispersa, ma come energia vitale da coltivare e dirigere."
Un esercizio alla Simeoni
Vuoi un assaggio pratico? Prova così:
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Sospendi il dialogo interno. Ogni volta che un pensiero arriva, non seguirlo. Lascialo cadere.
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Concentra tutto te stesso in un senso. Può essere ascoltare un suono, osservare un oggetto, sentire un odore.
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Immergiti come se fosse vita o morte. Non “guardare” soltanto: percepisci con l’idea che tutta la tua esistenza dipenda da quell’atto.
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Nota cosa cambia. Arriveranno intuizioni, sfumature, sensazioni nuove che prima ignoravi.
Questo è il cuore del lavoro di Simeoni: usare l’attenzione per espandersi, non per restringersi.
“Quando l’individuo scopre che può dirigere l’attenzione e non subirla, allora smette di essere vittima e diventa artefice del proprio destino.”
Rifletti: non fuggire, ma trasformare
La lezione dei tre passaggi è chiara:
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Sposta la torcia → e scopri che non sei ciò che illumini.
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Spegni la torcia → e scopri che lo sfondo immobile non sparisce mai.
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Riaccendi la torcia → e scopri che puoi usarla per crescere, rompere il condizionamento e diventare creatore del tuo cammino.
E allora, forse, l’attenzione non è più la catena che ti intrappola, ma il bastone dello stregone: lo strumento con cui mescolare il tuo crogiolo e trasformare te stesso.
“L’attenzione non è un vincolo, ma un potere. È la torcia che illumina il mondo, ma è anche il bastone con cui forgiare se stessi. Quando impari a sospendere il dialogo interno e a non lasciarti catturare dai condizionamenti, scopri che l’attenzione non ti domina più: sei tu a dirigerla. Da quel momento in poi ogni percezione, ogni gesto, ogni scelta diventa occasione di trasformazione. Non sei ciò che osservi, non sei nemmeno la luce che osserva: sei colui che può scegliere dove rivolgere lo sguardo, e da quella scelta nasce il tuo destino.”
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