Uomini al bancone, donne in pista: dove va a finire la nostra energia?
"Non siamo poveri di energia, siamo poveri di coraggio nel decidere dove investirla."
Il copione del locale
Sabato sera, un locale qualsiasi. Luci stroboscopiche, bassi che ti fanno vibrare il petto, e una folla che si muove come un organismo vivo. Ma se guardi bene, c’è una storia che si ripete, un copione scritto male, una fiaba stanca.
Da una parte, donne che salgono in pista, ridono, cantano, ballano come se il mondo fosse loro.
Dall’altra, uomini incollati al bancone, con una birra in mano e l’aria di chi sta combattendo una guerra contro se stesso.
E la domanda è inevitabile: dove stiamo buttando la nostra energia?
Energia sprecata o energia vissuta?
Le donne, con quella vitalità che esplode, si prendono lo spazio, la pista, la notte.
Non hanno bisogno di molto: una canzone, un’amica, un momento.
Gli uomini? Per molti di loro, l’energia sembra bastare appena per alzare il bicchiere.
Ma è vivere questo? O è solo un modo per anestetizzarsi, per non affrontare la paura di buttarsi nella mischia, di rischiare un sorriso o un rifiuto?
L’energia è sempre la stessa:
-
quella che usi per ballare, ridere, fare l’amore,
-
è la stessa che butti via quando ti perdi in una bottiglia o in una nuvola di fumo.
La fiaba stanca di Biancaneve
“Aspettare che arrivi qualcuno a salvarci è la fiaba più vecchia del mondo. La vita vera inizia quando smetti di aspettare.”
Pensiamo a Biancaneve come metafora.
Nella sua storia, i sette nani le danno tutto: protezione, cibo, affetto, una vita da regina senza mai chiedere nulla in cambio.
Eppure lei resta una ragazza vuota, che aspetta il principe azzurro per dare senso alla sua esistenza.
Non sa creare, non sa rischiare, non sa vivere.
E noi?
Quanti uomini e donne sono diventati come Biancaneve? Viziati da un mondo che offre tutto – internet, alcol, distrazioni – ma incapaci di trasformare la propria energia in qualcosa di vero.
Rifugi facili, rischi mancati
Quegli uomini al bancone, con la birra che diventa la loro coperta di Linus, non sono diversi.
Bere è facile: ti fa sentire parte della festa senza esporti.
Ballare, provarci con una ragazza, buttarti in una conversazione?
Quello richiede coraggio. Richiede energia attiva, non passiva.
E se non impariamo a usarla, finiamo per cercare rifugio ovunque – alcol, droghe, schermi – pur di non affrontare il vuoto.
In fondo, ogni scelta di energia racconta da che parte stiamo.
C’è chi si mette dalla parte della vita, anche quando richiede fatica, rischio, esporsi.E c’è chi preferisce identificarsi con chi domina e controlla, illudendosi che stare nascosto dietro un bicchiere o dietro le comodità sia un modo per sentirsi al sicuro.
Ma non è sicurezza: è solo un compiacimento della propria impotenza.
La scelta dell’energia attiva
Un vecchio detto riassume bene:
“Se vuoi piacere, sesso, ricchezze, sii appassionato nella vita quotidiana.
Altrimenti, ti riempirai di cocaina, alcol o viagra per scappare dalla disperazione.”
Non è internet che ci rovina. Non sono le droghe che ci salvano.
Siamo noi che scegliamo dove mettere la nostra energia.
E io preferisco spenderla per provarci con una bella ragazza, per ballare fino a sudare, per vivere una notte che mi lasci un ricordo – non un mal di testa.
Scrivere una nuova fiaba
“Se non vuoi spendere nulla per vivere, non aspettarti che la vita spenda qualcosa per te.”
La prossima volta che sei in un locale e vedi la pista piena di donne che si divertono e uomini che si nascondono dietro un bicchiere, chiediti:
- In che fiaba sto vivendo?
- E come faccio a scriverne una migliore?
Perché, diciamocelo: ci sono persone che non vogliono spendere un euro, ma pretendono lo stesso di avere tutto — passaggi, cene pagate, ingressi nei locali, perfino le ragazze che qualcun altro deve portare. È come aspettare il principe azzurro o il riccone di turno con tanto di Lamborghini che arrivi a sistemare ogni cosa al posto tuo.
Ma questo non è un piano.
E nemmeno affogare nell’alcol lo è.
La vera scelta è un’altra: vuoi scolarti un’altra birra o vuoi scolarti la vita? Perché alla fine ci sono solo due strade: stare dalla parte della vita, con il coraggio di ballare, rischiare, creare, oppure nascondersi nella passività, identificandosi con chi domina e schiaccia, rinunciando alla propria forza vitale.