Chi Ti Ha Convinto Che La Miseria Sia Arte?
Perché elemosini applausi da chi vende cultura inesistente?
“Il mondo è pieno di gente che butta soldi nel gioco o negli scarabocchi sul corpo, convinta che siano cultura e profondità, mentre sono solo miseria truccata da arte e applausi elemosinati da chi li ha scarabocchiati, facendogli credere in una cultura fasulla e inesistente.”
C’è chi si spacca la schiena per una vita intera, eppure alla fine resta con le tasche vuote.
Non perché manchi il lavoro, ma perché manca la dignità che gli hanno venduto a rate.
Ogni cittadino cerca la sua medaglia d’oro.
Non quella olimpica: quella dell’illusione.
Vuole il rispetto della politica che lo tratta come carne da voto.
Vuole l’onore dei media che oggi ti usano e domani ti dimenticano.
Vuole lo sguardo delle donne che si fanno un selfie con un finto sorriso e poi non hanno neanche la forza di dirti “grazie” o ridere con te.
E lui? Rimane lì, convinto che al prossimo giro arriverà lo stipendio extra, la vittoria al gioco, il riconoscimento tanto atteso.
Ma non arriva mai.
La vetrina del nulla
Intanto, chi predica successo siede nei grandi hotel di lusso, parcheggia quattro Lamborghini davanti all’ingresso, e ti racconta di avercela fatta.
Ma con cosa?
Con il nulla.
Vendendo il nulla.
Rivestendo il nulla con la patina dell’oro, e tu ci caschi. Sempre.
È così che funziona la trappola: ti convincono che il loro nulla valga più della tua fatica.
E tu, con la zucca di legno che ti hanno scolpito fin da bambino, applaudi.
Il rispetto che non arriva mai
Il cittadino non è un eroe: non lo diventerà mai.
Perché nessuno lo applaude davvero.
Eppure si illude che basti restare fedele al sistema, come un cane che aspetta l’osso, per ottenere il premio promesso.
Ma il premio non esiste.
Non c’è rispetto.
Non c’è onore.
Non c’è medaglia.
C’è solo la miseria di chi corre dietro a un applauso che non arriverà mai, mentre gli altri — quelli che hanno capito come funziona il gioco — ti usano come claque, ti spremono, ti gettano via.
I ciarlatani di lusso
E non parliamo di veri imprenditori, di scienziati, di lavoratori che producono valore.
No.
Parliamo di ciarlatani.
Gente che non ha nulla da vendere se non la propria immagine lucidata come una vetrina.
Ti mostrano un orologio da ventimila euro, una Lamborghini a noleggio, una foto davanti al jet privato preso in leasing per due ore.
Cosa ti danno davvero in cambio?
Nulla.
Perché nulla hanno e nulla producono.
Ma tu, cittadino affamato di rispetto, ci credi.
Perché loro ti dicono che sei importante.
Ti dicono che anche tu, se li segui, se li onori, se ti inginocchi davanti al loro palco, potrai avere lo stesso.
L’illusione universale
Mafia, Chiesa, politica, social: cambiano le facce, ma la logica è la stessa.
Ti promettono comunità, senso, onore.
Ti lasciano invece bollette da pagare, rapporti vuoti, solitudine mascherata da applausi.
Un cittadino che si affanna per essere rispettato, senza mai ricevere l’applauso che desidera, non è diverso dal mafioso di basso rango che si illude di avere dignità dentro un sistema che lo tradirà.
Non è diverso dalla ragazza che si sente “importante” perché ha raccolto like, ma che non ha più nulla da dire a voce alta.
La catena che chiami libertà (e che baci come fosse un premio)
E qui la prospettiva si allarga.
Non cambia nulla: sia il cittadino che si gioca l’ultimo stipendio sperando in applausi, sia i popoli che investono in armi pensando di difendersi, stanno facendo la stessa cosa.
Sostenere chi li deruba. Onorare chi li tradisce. Difendere chi li macella.
Come scrive Claudio Simeoni in tutti i suoi libri — da Il Crogiolo dello Stregone a La Stregoneria raccontata dagli stregoni — il sovranismo e il fondamentalismo non sono altro che accattoni che si credono sovrani, mentre offrono la loro vita come carne da macello.
È sempre la stessa illusione: credere di avere rispetto e dignità, quando in realtà si sta solo preparando la croce — quella che sarà la lapide della propria libertà.
Il cittadino imbevuto di ciarlatanesimo
Ed eccoti lì, sudato, povero, senza una lira in tasca, a cercare onore e rispetto da chi non ha nemmeno la dignità di guardarti in faccia.
Ma ormai sei talmente imbevuto del loro ciarlatanesimo che non ti accorgi più del ridicolo.
Non cerchi un lavoro che ti dia valore, non cerchi una relazione che ti faccia crescere, non cerchi un sapere che ti apra gli occhi.
Cerchi l’applauso dei ciarlatani.
Cerchi la medaglia d’oro del nulla.
La catena amata
Ed è qui la trappola più grande: ti hanno insegnato ad amare la tua catena.
Ti hanno convinto che il rispetto valga più della libertà.
Ti hanno addestrato a inginocchiarti davanti al nulla, invece di alzarti in piedi davanti alla tua vita.
E mentre loro incassano, tu resti vuoto.
Vuoto dentro e vuoto fuori.
Con una zucca di legno che batte solo quando altri ti dicono di applaudire.
“Non c’è nulla di più tragico che vivere una vita intera come claque dei ciarlatani: applaudire il nulla fino a diventare tu stesso nulla.”
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