Perché Rilassarsi? Una Domanda Solo Apparentemente Banale
«Non è l’evento a generare stress, ma il significato che gli attribuiamo.»
Un concetto moderno nato dalla storia
Dunque, cominciamo da qui: “Perché rilassarsi?”. Uno potrebbe pensare che sia una domanda da poco, quasi banale. In realtà dietro c’è un mondo di ricerche, di neuroscienze, di psicologia. E, come sempre accade, quello che noi moderni consideriamo “ovvio” — che rilassarsi faccia bene — non lo è affatto se lo guardiamo da un punto di vista storico.
Dalle società contadine alla modernità
Pensiamo, per esempio, alle società contadine preindustriali: la vita era scandita da fatiche immense e momenti di festa altrettanto intensi. Non c’era l’idea del “rilassamento” come lo intendiamo noi oggi, c’era piuttosto la necessità di recuperare energie per sopravvivere. Noi, invece, abbiamo introdotto questa parola moderna che somiglia quasi a una pratica, un obiettivo.
Lo Stress Non È l’Evento, Ma il Significato
Sapolsky e le zebre che non si ammalano
Ed ecco che arrivano le neuroscienze. Robert Sapolsky, nel suo libro “Why Zebras Don’t Get Ulcers”, ci dice una cosa molto semplice: non è l’evento in sé a provocare lo stress, ma il significato che noi gli attribuiamo. In altre parole, non è la tigre che ci insegue, ma la nostra mente che immagina la tigre anche quando non c’è. È il pensiero ossessivo, il rimuginare, a logorare il corpo.
Rilassarsi Non È un Lusso, È un’Abilità
Dal corpo al piacere
E allora capiamo che il rilassamento non è un lusso: è un’abilità. Serve anche in campi che magari non ci aspetteremmo, come la sessualità. Perché, come mostra Bessel van der Kolk in “The Body Keeps the Score”, il corpo conserva lo stress, i traumi, le tensioni. Se non ci liberiamo di queste, è difficile vivere l’intimità in modo pieno. Qui il rilassamento diventa un ponte: più ci liberiamo della tensione, più siamo presenti al piacere, alla comunicazione con l’altro.
La Distrazione Non È un Fallimento
La mente vaga, e va bene così
Ora, non pensiamo che sia facile. John Yates, in “The Mind Illuminated”, racconta che persino nella meditazione l’errore più comune è considerare la distrazione come un fallimento. Ma la mente è fatta così: vaga. Non è un difetto, è la sua natura. Se lo interpreti come errore, ti innervosisci. Se lo interpreti come parte del gioco, diventa rilassante.
La lezione della storiografia
E qui mi viene da sorridere, perché è come nella storiografia: quante volte capita che un documento ti porti fuori strada. Lo prendi per un errore tuo, invece no: è proprio lì che si nasconde la scoperta.
Il messaggio chiave
Il messaggio è chiaro: non è la distrazione il problema, ma il giudizio sulla distrazione. Questo cambia tutto. Ogni volta che torni al corpo, stai allenando la tua capacità di presenza.
I Benefici Arrivano con la Lunga Durata
Hawkins e gli schemi del cervello
Poi c’è un altro punto importante: i benefici non sempre si vedono subito. Jeff Hawkins, in “On Intelligence”, spiega che il cervello apprende per schemi ripetitivi. Quindi rilassarsi non dà sempre un effetto immediato, ma costruisce lentamente nuove connessioni. È come imparare il latino: all’inizio non capisci nulla, poi un giorno ti accorgi che leggi un’iscrizione romana e la capisci senza sforzo.
La Tecnica del Vuoto Mentale
Un esercizio semplice e sorprendente
C’è anche una tecnica curiosa: chiedersi “tra quanto arriverà il mio prossimo pensiero?”. Sembra una sciocchezza, e invece funziona: interrompe il flusso mentale, attiva il sistema parasimpatico, favorisce la calma.
Rilassarsi È Toccare il Rapporto con la Realtà
La coscienza come fondamento
E qui arriva Thomas Nagel, con “Mind and Cosmos”, a ricordarci che la coscienza non è solo un sottoprodotto del cervello, ma forse un elemento fondamentale della realtà stessa. Il che, in termini pratici, significa che rilassarsi non è solo “scaricare tensione”: è toccare la sostanza stessa del nostro rapporto col mondo.
Rifletti: La Lunga Durata del Rilassamento
In definitiva, questo articolo ci dice che il rilassamento non è un lusso da spa, non è un passatempo da vacanza: è un allenamento, un investimento. Ogni volta che ci rilassiamo, anche se non percepiamo subito i benefici, stiamo plasmando la nostra mente, la nostra capacità di stare nel presente.
«Non guardiamo solo l’episodio, guardiamo la lunga durata. È lì che si vede la trasformazione.»
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