Presenza Invisibile

Io vibro anche per te (anche se non lo vuoi)

Non ti preoccupare, non devi ricambiare.
Neanche capire.
Io vibro lo stesso.

E non perché tu me lo chieda, o lo meriti, o lo desideri.
Vibro anche per te perché non posso farne a meno.

Se ti amo — o se ti desidero, o anche solo se ti vedo e resto lì un istante di troppo — non è un’offerta in attesa di risposta.
È un fiume che rompe gli argini.
Ti bagna, che tu lo voglia o no.
E tu puoi anche far finta di niente, puoi anche asciugarti con eleganza e riprendere il tuo passo da donna perfetta.
Ma io lo so che ti è arrivato. Perché non c’è niente di più vero di una vibrazione che si offre senza contratto.

Mi potrai dire: “Non ti ho chiesto niente.”
E avresti ragione.
Ma nemmeno il sole ti chiede se vuoi luce.
Ti illumina e basta.
Io sono quella luce che non ti interroga, ma ti attraversa.

Quando ti guardo, lo faccio anche per te.
Quando provo, sento, desidero — è anche per te.
Non sono uno di quelli che si trattengono per orgoglio, o che si spegnerebbero perché tu non ti accendi.
Io mi accendo. Anche se sei buio. Soprattutto se sei buio.

Perché quello che sento è troppo grande per tenermelo dentro.
E non voglio più ragionare in termini di merito: se te lo meriti, se sei pronta, se mi darai qualcosa in cambio.
Non sono al mercato delle emozioni.
Sono un incendio.

E brucio anche per te.
Lo so che non lo capisci.
Lo so che ti spaventa.
Che hai imparato a startene seduta a tavoli eleganti, con il bicchiere in mano e l’aria di chi aspetta che “succeda qualcosa”.

Ma sappi questo: quello che succede, sei tu.
Perché se ti sto guardando, se sto provando, se sto vibràndo, ti ho già inclusa.
Anche se stai zitta.
Anche se ti giri.
Anche se dici “Non sono pronta.”

Non serve essere pronti per ricevere una benedizione.
E io, quando sento, benedico. Anche chi non vuole. Anche chi non capisce.

Mi hanno detto: “Non puoi vibrare per due.”
E invece sì.
Posso.
Posso vibrare per chi non ha nemmeno un diapason nel cuore.
Posso vibrare per chi è ancora un guscio.
Perché quello che sento io, trabocca.

E magari non oggi.
Magari nemmeno tra dieci anni.
Ma una sera, mentre sarai seduta a un altro tavolo con un altro bicchiere in mano, sentirai un eco lontana, una crepa dolce nello stomaco, e ti chiederai:
“Ma perché proprio adesso mi è tornato in mente il suo modo di guardarmi?”

E non sarà nostalgia.
Sarà vibrazione ritardata.
Che ti raggiunge ora, come un’onda lunga dopo il terremoto.

Io ti ho già amata.
Anche se tu non te ne sei accorta.
Ti ho amata proprio mentre facevi di tutto per non esserci.
E lo rifarei.

Perché la verità è che quello che ho provato…
non era solo mio. Era già anche tuo.
Anche se tu non c’eri.