Trump e la Sanità: il Vecchio Dio travestito da Presidente
“Quando la politica rinnega la vita, resta solo la morte a governare.”
Distruggere la sanità non è solo una decisione amministrativa. È una dichiarazione di guerra alla vita stessa. Donald Trump, durante il suo mandato, ha fatto di questa distruzione un obiettivo centrale, trattando il sistema sanitario statunitense non come una rete di cura, ma come un campo di battaglia dove vince solo chi ha soldi.
Un sistema già fragile, dominato dal profitto, è stato smontato pezzo dopo pezzo. Non per renderlo più giusto o più efficiente, ma per riaffermare un’ideologia antica: quella del dio padrone che distribuisce salute e malattia secondo capriccio, e del cittadino ridotto a schiavo sacrificabile.
Dal Colosseo a Washington: lo stesso copione
Simeoni ha più volte sottolineato, nei suoi scritti, come il cristianesimo abbia demolito la sanità romana per lasciare spazio al potere arbitrario del Dio. Allora come oggi, la logica è la stessa: togliere strumenti di emancipazione per mantenere sudditanza.
Trump si muove come i cristiani di allora: “Muori e stai zitto!”, sembra dire a milioni di cittadini americani. “Se sei ricco puoi curarti, se sei povero, non disturbare il padrone con la tua malattia”.
È la stessa logica che Claudio Simeoni descrive ne La Stregoneria Raccontata dagli Stregoni: il padrone ha bisogno di schiavi che non pensano, che non rivendicano, che si sostituiscono l’un l’altro senza peso. E se la malattia ne porta via uno, poco importa: altri sono già pronti a bussare alle porte del potere.
La pandemia come specchio
Il Covid-19 è stato la prova del nove. La Cina, pur derisa come “dittatoriale”, mobilitò l’intera popolazione per contenere il contagio. Risultato: numeri sotto controllo.
Gli Stati Uniti, invece, seguirono la via trumpiana: minimizzare, ridicolizzare, lasciare morire. I risultati furono devastanti: milioni di morti, un disastro sanitario che mostrò la nudità del re.
Non era solo incompetenza. Era un progetto politico: riaffermare la supremazia dell’indifferenza, della selezione naturale piegata agli interessi del capitale.
Scienza sotto attacco
C’è stato un tempo in cui la ricerca scientifica americana era guardata con rispetto dal mondo intero. Poi, man mano che le scoperte mettevano in crisi l’idea del “Dio dei cristiani”, nacque l’esigenza di soffocarla.
Trump, in questo, non fu un’eccezione ma il culmine: il presidente che vede nella scienza non un’opportunità ma una minaccia, da ridurre al silenzio.
Claudio Simeoni, ne Il Crogiolo dello Stregone, ci ricorda che la scienza è la dimostrazione della capacità dell’uomo di costruire sé stesso in relazione al mondo. Ma per un potere che si fonda sull’ignoranza e sulla fede cieca, questa costruzione è intollerabile. Meglio distruggere i laboratori, meglio finanziare predicatori che anestetizzano le menti.
I neonati come potenze, non come idioti
In questo contesto si inserisce un altro esempio riportato da Simeoni: la ricerca americana che “scoprì” come i bambini di 6-9 mesi conoscessero già molte parole. Gli studiosi si stupirono, perché partivano dal pregiudizio che il neonato fosse un “povero demente”.
Ma stupirsi di fronte all’evidenza è il marchio di fabbrica di una cultura che non vuole riconoscere la potenza vitale dei nascituri. Perché ammettere che i bambini sono esseri in espansione significa rinunciare al progetto di sottometterli.
E allora si preferisce parlare ai neonati con versi ridicoli, moine da idioti, per schiacciare la loro capacità di comprensione. È un modo per piegarli fin da subito al dio padrone, così come Abramo portò Isacco sul monte per sacrificarlo.
In questo, la politica trumpiana e la cultura cristiana vanno a braccetto: uccidere lo sviluppo, rendere sterile la curiosità, trasformare l’infante in servo.
La stessa logica nel corpo sociale
Chi guarda al bambino come a un idiota guarderà al cittadino come a uno schiavo. E chi considera il neonato una potenza da reprimere, costruirà leggi e politiche che impediscono la crescita della società intera.
Trump, in questo, non è un’anomalia ma un sintomo. Il sintomo di una cultura che ha bisogno di spegnere la scintilla vitale per conservare il dominio.
Come scrive Simeoni ne La Religione Pagana: l’uomo evolve attraverso adattamenti soggettivi a variabili oggettive, non perché un dio lo ha creato servo. L’idea trumpiana, al contrario, è che l’uomo sia un oggetto da piegare, sacrificabile al tornaconto di pochi.
Il padrone e lo schiavo oggi
In definitiva, la politica di Trump non è soltanto neoliberismo spinto o calcolo economico. È l’eredità del cristianesimo nella sua forma più brutale: il padrone che si considera eletto, lo schiavo che deve morire in silenzio.
La distruzione della sanità, la negazione della scienza, l’infantilizzazione dei bambini, sono tutte facce della stessa medaglia. Una medaglia che racconta non il futuro, ma il ritorno di un passato mai superato: quello dell’uomo schiacciato sotto il peso del dio padrone e dei suoi viceré sulla Terra.
Oltre Trump: la vera sfida
La critica a Trump non basta se resta sul piano personale o politico. La vera sfida è comprendere la radice culturale che lo sostiene. Una radice che affonda nel cristianesimo e nella sua idea di sacrificio, sottomissione, schiavitù.
Solo riconoscendo questa radice possiamo controbattere davvero. Perché non si tratta di cambiare presidente, ma di cambiare paradigma: smettere di guardare l’essere umano come un servo, e iniziare a riconoscerlo come potenza in espansione.
Questa è la lezione che attraversa i libri di Simeoni, che vanno letti non come semplici testi filosofici, ma come strumenti di liberazione. Perché ci ricordano che, dietro le maschere del potere, il vero nemico è sempre lo stesso: la distruzione della vita a vantaggio del dominio.
Rifletti
Trump è stato, ed è ancora, l’incarnazione politica di un’antica mentalità che sopravvive nella modernità: il potere come diritto di uccidere, la ricchezza come diritto di curarsi, la fede come diritto di ignorare la scienza.
La risposta, per noi, non è indignarci ma ricostruire. Ricostruire un pensiero che non piega i bambini, che non soffoca la scienza, che non lascia morire i poveri. Ricostruire partendo da noi stessi, come ci insegnano i testi di Simeoni, guardando al mondo con occhi pagani, con occhi di vita che vuole espandersi, e non di schiavo che aspetta di essere redento.
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