Da una Vista che Abbraccia Tutto, è Nato Controbattere – Oltre il Pensare
Quando il panorama non è solo ciò che vedi, ma ciò che senti. Dove il mare suggerisce, e tu inizi a costruire.
C’è un punto in Romagna da cui il mondo sembra cambiarti sotto gli occhi.
Non per magia, ma per vertigine. Non una vertigine che spaventa, ma una che apre.
È il Monte di Gabicce. Da lì, la Riviera Romagnola si distende come una pergamena stesa dal mare: tra spiagge dorate, città vive e quell’infinita linea d’orizzonte che non ti chiede nulla… ma ti fa pensare tutto.
Eppure, non è il pensiero a bastare. È lì che l’ho capito. Pensare non è abbastanza.
Perché il pensiero – da solo – si ripiega, si compiace, si fa riflesso narcisistico.
Serve qualcosa di più: serve una risposta, un gesto, un ponte gettato verso l’altro.
Da questa intuizione è nato Controbattere – Oltre il Pensare.
Non come opposizione sterile, non come rissa verbale, ma come modo di abitare il pensiero con responsabilità. Controbattere è attraversare. Non sfuggire. È riconoscere che un’idea, se resta ferma, si ammala. Ma se è sfidata, se è amata, se è riformulata con coraggio, diventa viva.
Proprio come succedeva – e in parte succede ancora – lungo la Riviera, dove non bastava essere belli per essere interessanti, e non bastava parlare per dire qualcosa. Là dove il mare tocca la cultura, un tempo si incontravano filosofi improvvisati nei bar, musicisti in cerca di parole giuste, ragazze che cercavano occhi sinceri e uomini che non avevano paura di mostrarsi fragili, ma profondi.
Controbattere nasce da tutto questo.
Dal bisogno di dare spazio alla profondità, senza perdere la leggerezza.
Dal desiderio di spingere le conversazioni oltre la superficie, di cercare ciò che resta dopo che il rumore è passato.
Dalla convinzione che la cultura, quella vera, non è polvere da biblioteca, ma sudore, eros, carne e silenzio ascoltato.
"Controbattere – Oltre il Pensare" non è un nome scelto a tavolino.
È un nome che è arrivato da solo, mentre il vento del monte mi parlava di tutte le cose non dette.
Mi ricordava che essere presenti oggi significa rispondere, non solo esistere.
Significa gettare un ponte dove altri hanno costruito muri.
Non è un sito per avere ragione, ma per scoprire quali domande hanno ancora senso.
Non è un manifesto, ma un invito.
Non è un rifugio, ma una fionda.
Per questo, chi arriva qui, non troverà slogan da ripetere o verità in saldo.
Troverà storie, intuizioni, inciampi.
Troverà, se vuole, la possibilità di dire: "Questo mi attraversa. E io rispondo."
Dalla cima del Monte di Gabicce, la Riviera sembra dormire. Ma sotto, pulsa.
E noi con lei.
Controbattere è quel battito. Quello che non accetta il silenzio della finzione.
Ma nemmeno il rumore sterile.
È il suono di chi vuole davvero esserci.
E rispondere. Con tutta la sua voce.