Lei lo guarda… ma lui guarda un’altra.

Non Voglio un Bravo Ragazzo: Preferisco Chi Mi Fa Sbarellare.

Confessioni intime che nessuna oserebbe dire a voce alta. Ma che tante, in silenzio, pensano.

Ci sono cose che le ragazze ti dicono solo quando sei steso accanto a loro, con la luce spenta, quando non hanno più voglia di recitare la parte della donna da copertina. Sono confessioni che non trovi nei reel, nei video motivazionali o nei talk sulla femminilità sacra. Le trovi nei sospiri, nei silenzi tra un bacio e l'altro, nel modo in cui stringono le lenzuola quando pensano che tu non stia ascoltando davvero.

«Non potrei mai stare con uno che so sempre dov'è, cosa fa, con chi sta», mi ha detto una. Aveva le labbra morbide e un cuore pieno di ferite cucite con filo spinato. «Mi piace quello che sparisce. Quello che non risponde. Quello che mi fa impazzire».

La guardo. Non dico nulla. Ma dentro penso: questa non è una donna. Questa è una ferita con le gambe.

Non è stata l'unica.

Un'altra, mentre si rivestava, ridendo amara: «Lo so che sono stupida, ma quando uno mi tratta bene, mi annoio. Se non c'è un po' di angoscia, non sento niente.»

Un'altra ancora, con la voce rotta ma lo sguardo lucido come vetro: «Non lo so... forse ho paura di essere vista davvero. Se uno resta, non posso più nascondermi. Se mi ama davvero, allora mi tocca. E io non voglio essere toccata, voglio essere inseguita.»

Non parlano d'amore. Parlano di abitudini tossiche vestite da passione. Parlano di una fame antica che non si sazia mai, di un buco nero in cui buttano uomini che le adorano, solo per poi lamentarsi che sono "troppo buoni".

Io non le giudico. Le ascolto. Perché so che in quelle parole c'è qualcosa di più grande. C'è una lotta.

La lotta tra ciò che vogliono... e ciò che credono di meritarsi.

Perché la verità è questa:

Non è vero che non vogliono un bravo ragazzo. È che non sanno ancora ricevere amore senza ansia.

Un uomo che c'è, sempre, diventa un enigma insopportabile. Un uomo coerente, chiaro, affettuoso... spaventa più di un coltello. Perché non lascia spazio per lamentarsi con le amiche, per scrivere canzoni drammatiche, per tenere acceso quel teatrino dove si interpreta la vittima.

È troppo facile. E allora... non può essere vero.

Preferiscono chi le spezza, perché almeno sanno dove posizionarsi: nel ruolo di chi soffre. E soffrire, per molte, è ancora l'unico modo per sentirsi vive.

Riflettendo su queste esperienze, mi rendo conto che non è una questione di gusto o di attrazione. La verità, quella vera, è che molte ragazze che ho conosciuto non rifiutavano i bravi ragazzi per scelta. Li rifiutavano per protezione.

Protezione da sé stesse. Dalla parte fragile che teme di essere amata senza dover dimostrare nulla. Dalla parte ferita che non sa cosa farsene di un amore che non fa male.

E così, a letto, nel buio, mi confessano che no, non si fidanzerebbero mai con un bravo ragazzo. E io penso: non perché non li vogliono. Ma perché ancora non hanno imparato a volersi bene abbastanza da accettarne uno.