Lui Solo, Davanti a Tutte

Godo Quando Ti Vedo Essere Chi Sei

Il coach che ti ama come un amante: la presenza che accende, non corregge

C'è un momento in cui il giudizio sparisce. Un istante in cui l'altro non va corretto, indirizzato, analizzato. Ma visto. Vissuto. Amato.

Non parliamo di sesso nel senso classico. Eppure, parliamo del piacere più profondo: quello di vedere qualcuno che si espone senza vergogna, che vive se stesso fino in fondo, che gode del proprio massimo senza chiedere il permesso.

Mi è tornata in mente una scena potente: una culturista professionista del Mr. Olympia, intervistata mentre suo marito era sul palco a posare. Lei parlava di lui con una voce, un tono, un trasporto... che sembrava godere sessualmente mentre lo osservava.
Non era solo ammirazione. Era un orgasmo che si muoveva dentro lo sguardo.

Perché quando chi ami si mostra senza maschere, senza trattenersi, qualcosa in te gode.

Ed è proprio lì che nasce la riflessione più potente:
un vero coach, un vero compagno, una vera guida... dovrebbe vivere così.

Non come un maestro distaccato.
Non come un guru da seguire.
Ma come un testimone erotico della tua potenza.

Un coach che ti guarda non per correggerti, ma per dirti:

“Mostrami chi sei. Non ti trattenere. Fatti vedere. Io ci sono. E ti godo.”

Non è voyeurismo. Non è feticismo. È presenza erotica altrui, che è tra le forme più alte d'amore e di coaching.

Perché veder godere l'altro mentre diventa se stesso è un atto sacro.
E se tu sei presente, quel godimento ti entra dentro.

Un vero coach dovrebbe essere come quella donna che guarda il suo uomo esibirsi, con il cuore che batte forte e il sesso che pulsa, non perché vuole possederlo, ma perché sta vedendo l'uomo che ama diventare tutto ciò che è.

Questa è la fine del coaching vecchio stile, fatto di giudizi e correzioni.
Questo è un nuovo modo di accompagnare qualcuno verso la propria grandezza: non con metodi, ma con presenza.

E se nel frattempo godo anch'io, è perché sono così vicino alla sua verità che diventa anche la mia.

by Duca Ale Robusti