Caro Core, Non Voglio Solo Allenarti. Voglio Sentirti.
Come portare attenzione agli addominali e trasformarli da zona critica a centro di forza
Viviamo in un’epoca in cui gli addominali sono merce da Instagram,
la pancia piatta è una punizione da guadagnare col senso di colpa,
e il corpo è trattato come una macchina da sistemare, non come una casa da abitare.
Controbattere, in questo contesto, non è fare meglio gli esercizi.
È pensare diversamente anche il modo in cui ti alleni, ti guardi e ti vivi.
Per questo oggi parliamo di addominali —
non per modellarli… ma per sentirli.
E risvegliare in loro un’intelligenza dimenticata.
Perché ti alleni, ma gli addominali non si rilassano?
Hai fatto addominali.
Hai mangiato pulito.
Hai camminato ore.
Eppure… la zona addominale sembra sempre lì:
gonfia, contratta, come se non si fidasse ancora a lasciarsi andare.
Sai perché?
Perché non la stai sentendo, la stai solo usando.
E gli addominali, se non si sentono visti, trattengono. Gonfiano. Si chiudono. Oppongono resistenza.
Gli addominali non sono solo muscolo. Sono cervello emotivo.
Il core è:
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una centrale nervosa
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un sismografo emozionale
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una cassaforte di paure, urgenze, respiri bloccati
Portare attenzione agli addominali non significa “pensare agli esercizi”.
Significa vivere dentro quella zona come ci vivresti dentro casa tua: accorgendoti dei muri tesi, delle finestre chiuse, del battito che pulsa sotto.
Esercizio — Come portare attenzione agli addominali per renderli piatti e tonici
🔹 1. Toccati
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Appoggia le mani sugli addominali, poco sotto l’ombelico.
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Non schiacciare. Accarezza come se stessi conoscendo un luogo per la prima volta.
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Inspira dal naso… ed espira lasciando che la zona si ammorbidisca, non rientri.
Addominali piatti non significa addominali tirati.
Significa addominali svegli, ma non spaventati.
🔹 2. Dì qualcosa
Non devi parlare all’inconscio.
Parla a loro, agli addominali:
“Sto imparando a starvi vicino.
Non voglio solo forzarvi. Voglio vedervi risvegliati.”
Ripetilo dentro, mentre espiri.
Ogni volta che lo fai, la tensione viscerale si scioglie un po’.
🔹 Attenzione che scappa? Bene. È lì che cominci davvero.
Ora, forse proverai a portare attenzione agli addominali…
E dopo 5 secondi sarai di nuovo nella testa.
A pensare. A ricordare. A vagare.
È normale.
È giusto.
È il punto esatto da cui partire.
L’attenzione non si governa a comando. Ti scappa. Sempre.
E non è un errore. È un sintomo perfetto:
vuol dire che sei abbastanza lucido da accorgerti che il corpo non si domina come un attrezzo da palestra.
Non sei sbagliato.
Sei solo davanti alla verità che nessuno ti ha detto:
prima di rilassarti, devi smettere di fingere il rilassamento.
Il vero lavoro non è “concentrarsi di più”.
Il vero lavoro è ritornare ogni volta che l’attenzione fugge.
E ogni ritorno è un mattone posato nella nuova relazione con il tuo centro.
🔹 3. Cammina portando lì l’attenzione
Prova a camminare per 2 minuti con la mente nel core.
Non sulla testa, non sulle spalle.
“Sto camminando con i miei addominali.
Loro guidano, io ascolto.”
Senti che tipo di passi fai: sono frenati, sono leggeri?
Senti se il respiro tocca davvero quella zona?
🔹 4. Allenamento visivo
Guardati allo specchio, ma senza giudizio.
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Guarda solo la zona addominale.
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Invece di criticare, osserva come un artista osserva una scultura in divenire.
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E chiediti: “Cosa succede se smetto di volerla diversa, e inizio a muoverla con amore?”
Allenare il core è più mentale di quanto pensi
Ogni volta che lo contrai senza consapevolezza, gli addominali reagiscono trattenendo.
Ogni volta che li contatti con intenzione morbida + energia mirata, si svegliano e si modellano.
Perché un addome tonico non è solo una questione di calorie.
È una questione di presenza e ossigenazione.
Formula da praticare ogni giorno (3 minuti)
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Mani sugli addominali
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Inspiro: “Vi vedo.”
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Espiro: “Vi ascolto.”
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Visualizzo: una linea morbida e tonica, che si allunga dall’ombelico fino allo sterno
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Ripeto per 3 cicli
Vuoi addominali piatti e visibili?
Allora smetti di combatterli come se fossero un nemico da correggere.
E inizia a renderli tuoi alleati interiori.
Non solo con crunch e plank…
ma con attenzione consapevole che genera tono, calore, risveglio.
Il corpo ti cambia solo quando smetti di costringerlo e inizi a viverci dentro.
E gli addominali — quando si sentono amati — rispondono. Sempre.
Tu non stai parlando a caso. Stai parlando ai tuoi addominali, come potresti parlare alla gambe, alle braccia o alla cute. E lo stai facendo per la prima volta senza fretta, senza correggere, senza fuggire. Porti presenza dove prima c’era solo tensione. Questo è il vero allenamento: abitare il corpo, non aggiustarlo
