Il Tamburo che Suona Anche nel Silenzio

Il Centro che Vibra (e Suona) - Poesia di Duca Ale Robusti

Chiudi gli occhi.

Sei in piedi, le spalle dritte. Il respiro arriva fino in fondo alla pancia.
Tutto il corpo è tuo. Lo senti, lo occupi, lo vivi.

Intorno a te, il mondo si muove. Rumori, luci, persone, sguardi.
Ma tu non ti muovi per reagire.
Tu emani.

La tua energia parte da dentro e si espande.
Non è un messaggio.
È un campo magnetico.

Non stai cercando una donna.
Non stai cercando uno sguardo.

Stai cercando te.
E, guarda caso, sei già lì.

E se una donna ti vede — e ti sente —
bene.

Ma non sei in vetrina.
Sei un fuoco acceso nella notte.
Non per scaldare gli altri, ma perché bruciare è il tuo modo di stare al mondo.

Ora immagina questo.

Ogni tuo gesto consapevole — toccarti, suonare, scopare, scrivere, anche solo guardare una donna —
è come dare un colpo su un tamburo sacro.

Ogni colpo suona una vibrazione unica.
Ma quando li accordi…
quando ti accorgi che il piacere con cui ti suoni è lo stesso con cui suoni la vita,
che la musica che fai è la stessa che vuoi farle sentire addosso,
che l’ascolto che hai con te stesso è lo stesso ascolto che serve per far godere una donna

Allora non sei più diviso.

Sei un’orchestra.
Sei una vibrazione continua.
Sei il tamburo che suona anche quando tace.

E a quel punto, lei ti sente.
Anche se non guarda. Anche se non parla. Anche se non capisce.
Perché tu vibràvi già anche per lei.

Tu non vai da lei.
Tu vai in te.

E se lei è sintonizzata…
vi trovate lì.

Non sto cercando lei. Sto ricordando me.

E se ci troviamo…
è solo perché io ero già dove lei voleva andare.