La dignità tradita

Donnie Brasco: Mafia, Chiesa, Politica, Social: sistemi che promettono senso e consegnano miseria.

Un uomo, una fede, un ambiente: quando l’appartenenza diventa inganno.

L’amicizia impossibile che diventa specchio di noi stessi

Ci sono film che non si limitano a raccontare una storia, ma che ti fanno vedere dentro. Donnie Brasco è uno di questi.
Johnny Depp è Joe Pistone, agente FBI infiltrato nella famiglia Bonanno. Al Pacino è Lefty Ruggiero, mafioso di basso rango, stanco, povero eppure assetato di rispetto. I due si incontrano e da lì nasce una delle relazioni più ambigue e potenti mai portate sullo schermo: l’amicizia fra un poliziotto sotto copertura e un mafioso che cerca dignità in un mondo che non gliela darà mai.

Il film nasce dal libro reale di Joseph D. Pistone, Donnie Brasco: My Undercover Life in the Mafia, dove l’agente racconta la sua missione vissuta come infiltrato nei Bonanno. Un libro che non è solo cronaca, ma una confessione cruda su cosa significhi diventare un’altra persona per sei anni consecutivi.

Vivere due vite e perdere la bussola morale

Il film ti mostra una verità spietata: più a lungo vivi dentro un ambiente, più finisci per assomigliargli. Pistone rischia di diventare Donnie Brasco, e Lefty finisce per credere che quell’amicizia sia sincera, anche quando tutto intorno a lui è inganno. Come disse un pentito nella vita reale: 

“Restare troppo a lungo accanto a certe persone significa assorbirne la logica come fosse aria. Le battute, i rituali, le giustificazioni diventano abitudine quotidiana, e piano piano ti accorgi che il tuo modo di pensare si è piegato al loro. È così che si perde la rotta, senza uno sparo, senza un urlo, ma nel silenzio della consuetudine.”

Questa tensione fra identità e ruolo è ciò che Pistone descrive con forza nel suo secondo libro, Donnie Brasco. La mia battaglia contro la mafia americana: un racconto senza omissioni, dove emergono i dettagli agghiaccianti della violenza e del prezzo umano pagato.

La fragilità dell’identità

Ecco la forza del film: non racconta solo la mafia, racconta la fragilità dell’identità. Joe Pistone non è più certo di chi sia. Lefty non è più certo di cosa valga la sua vita. Entrambi restano intrappolati nello stesso inganno: credere che la dignità arrivi dall’appartenenza.

Come scrive Pistone in Donnie Brasco: My Undercover Life in the Mafia, la vera trappola non è la pistola puntata, ma il legame umano: quando inizi ad affezionarti a chi dovresti incastrare, sei già prigioniero di una nuova fedeltà.

La mafia, la Chiesa, i social: stessa illusione

Eppure la mafia, come la Chiesa, come la politica corrotta, come i social che ci risucchiano ogni giorno, funziona allo stesso modo: ti promette rispetto, comunità, senso, e in cambio ti prende tutto.

Lefty è l’esempio perfetto: un uomo che cercava dignità nella mafia e trovò invece miseria, carcere e malattia.
Non è la stessa illusione che vivono milioni di persone nelle religioni? Il cristianesimo, il buddismo, l’islam ti vendono la stessa promessa: sei qualcuno perché appartieni, perché obbedisci, perché credi. Ma sotto la facciata, quanta vera dignità rimane? O non è forse un’altra catena ben stretta, che impari persino ad amare?

In Donnie Brasco. La mia battaglia contro la mafia americana, Pistone ci mostra come l’illusione sia universale: non è solo mafia, è psicologia. È l’ambiente che decide chi sei, più ancora delle tue scelte.

La domanda che resta

Alla fine Donnie Brasco non è solo un film di gangster. È uno specchio di ciò che viviamo tutti: il rischio di scambiare la catena per dignità, l’inganno per comunità, il carceriere per amico.

E quando spegni lo schermo ti resta una domanda che brucia:“Quanto di ciò che credo mio è davvero mio, e quanto invece è solo l’ambiente che frequento a scriverlo dentro di me?”

È la stessa domanda che scorre sotto le pagine di Pistone, sia nel primo libro Donnie Brasco: My Undercover Life in the Mafia sia nel più completo Donnie Brasco. La mia battaglia contro la mafia americana: due opere che insieme mostrano quanto fragile sia la nostra identità quando viene messa alla prova dall’ambiente.

“Mafia, religioni, poteri: cambiano i nomi, ma l’inganno è lo stesso—ti fanno amare la gabbia che ti hanno costruito.”

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