Dal Divertimento al Nutrimento

Dal Divertimento al Nutrimento: Quando Ridere Non Basta Più

Ballare, ridere, lasciarsi andare. Ma se alla fine ti senti vuoto, forse non è ciò che cercavi davvero.

C'è un video che gira sui social: una persona ride, inquadra una cubista che si muove sinuosa sotto le luci psichedeliche e dice: “Se questo non è divertimento, allora non so cos'è”.

E in un certo senso ha ragione.

Quella è una forma di divertimento. Ma è divertimento come consumo: guardo, mi eccito un attimo, mi distraggo, rido, filmo, posto. Poi torno a casa. E mi chiedo perché, malgrado tutto, mi sento ancora vuoto.

Il punto non è giudicare quel video, chi ride, o chi balla. Il punto è capire cosa stai davvero cercando quando cerchi di divertirti.

Perché c'è una differenza sottile ma abissale tra:

  • Divertimento come consumo

  • Divertimento come nutrimento

Nel primo caso, bruci energie per dimenticare te stesso. Nel secondo, accendi qualcosa dentro per ricordarti chi sei davvero.

Ecco perché non sto dicendo che ballare sia sbagliato. Tutt'altro. Sto dicendo che se alla fine di quella canzone ti senti ancora più solo, allora forse non era il tipo di divertimento che stavi cercando.

Forse non vuoi solo ridere. Vuoi sentirti visto. Capito. Toccato.

E questo, mi dispiace dirlo, una cubista non può dartelo. Può dartelo uno sguardo, un confronto sincero, una presenza vera. Può dartelo la cultura, se ti metti in ascolto. Può dartelo un incontro autentico, se smetti di voler essere solo intrattenuto e cominci a voler essere nutrito.

Perché il problema non è la musica. Il problema è cosa resta quando la musica finisce.

Viviamo in un'epoca in cui siamo bombardati da intrattenimento, ma assetati di senso. Eppure, continuiamo a credere che basti aggiungere volume, luci e cocktail per colmare il nostro bisogno di connessione.

La verità? Non basta.

Un locale pieno di gente può essere più vuoto di una stanza silenziosa.

Il divertimento che nutre è quello che ti fa crescere, che ti sveglia, che ti fa venire voglia di costruire, di condividere, di comprendere. Quello che ti lascia più vivo di prima.

Lo trovi in un ballo sincero, non in una recita da pista. Lo trovi in una chiacchierata intensa, non in un reel virale. Lo trovi in chi ti ascolta, non in chi ti urla addosso.

La persona che ride nel video sta parlando di divertimento come consumo. Tu stai parlando di divertimento come nutrimento.

E sono due mondi diversi.

Non migliori o peggiori. Diversi.

Ma solo uno dei due ti lascia con qualcosa addosso, non solo addosso.