Legarsi è umano. Ma rimanere legati, oggi, è da matti!
Ciò che ci lega non è ciò che ci tiene uniti. È ciò che ci impedisce di andar via.
Abbiamo passato secoli a fabbricarci legami come si fabbricano museruole: con pazienza, con zelo, con amore persino.
Legami familiari, religiosi, morali, sessuali, intellettuali. Tutti chiamati “valori”. Tutti incensati come se fossero parte di noi.
E invece: sono ciò che ci trattiene.
Non da ieri. Da sempre.
Ma oggi — finalmente — si rompe.
O almeno si dovrebbe.
La grande menzogna del legame come sicurezza
Il legame è stato il modo in cui abbiamo imparato a sentirci al sicuro.
Ma non è sicurezza: è dipendenza socialmente accettata.
È il "si fa così", è il "si è sempre fatto così", è il "non ti allontanare troppo", che detto da una madre è premura, ma da una società è trappola.
“Sciogliere i legamenti” non è un atto spirituale: è un atto chirurgico.
Serve lucidità. Serve un coraggio che non si compra a rate.
Amare senza stringere. Pensare senza obbedire. Esistere senza permessi.
Chi oggi ancora pensa che il legame sia sacro, probabilmente ha paura di vedere cosa c'è sotto: un’identità costruita per compiacere.
Liberarsi non vuol dire tagliare i ponti — ma non farsi più impiccare su di essi.
Perché di ponti ne abbiamo costruiti troppi che non portano da nessuna parte, se non verso l’altrui approvazione.
L’autenticità non è una poesia da tatuarsi addosso. È una guerra. Interna. Quotidiana.
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Ci era sembrata emancipazione. Libertà. Espansione.
E invece? Nuovi legami. Più subdoli. Più eleganti.
Algoritmi che ci conoscono meglio dei nostri partner. Applicazioni che ci ricordano chi siamo, perché ci siamo dimenticati di esserlo.
Siamo connessi, sì. Ma non siamo più connessi a noi stessi.
Il legame più stretto è quello che non vediamo più
Si chiama identità collettiva, e ci tiene per il collo con guanti di seta.
Siamo moderni, progressisti, fluide, sostenibili, empatici, spirituali, performanti, performanti, performanti.
Ma la verità è che non siamo più liberi. Siamo solo più aggiornati.
“Sciogliere i legamenti” significa non dover più recitare il ruolo che gli altri si aspettano.
Anche a costo di perdere applausi, followers, o la madre.
La vera rivoluzione è una liberazione dolorosa
Non si tratta di distruggere tutto.
Si tratta di non restare incatenati a nulla. Nemmeno a ciò che ci ha salvato.
Chi è capace di sciogliere i propri legamenti, non per ribellione ma per necessità, è l’unico che può inventare una nuova forma di vivere.
Una forma che non chiede permesso, non cerca approvazione e non si vende come soluzione.
È una possibilità. Una provocazione. Una responsabilità.